Vita e natura selvaggia sul lago Tonle Sap, in Cambogia

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La penisola indocinese è una delle zone del sudest asiatico che maggiormente evocano nel visitatore un senso di avventura e di profondo contatto con la natura selvaggia e incontaminate. Dopo oltre 4800 chilometri, partendo dagli altipiani del Tibet, dopo aver toccato e fertilizzato le pianure della provincia cinese dello Yunnan, poi il Myanmar, la Thailandia, il Laos, la Cambogia e il Vietnam, il leggendario fiume Mekong termina il suo percorso nel Mar della Cina. Ma poco a monte del delta, non lontano dalla splendida città khmer di Angkor, il suo corso è intersecato dal lago Tonle Sap. Per uno strano fenomeno, per un centinaio di giorni all’anno è il fiume che riversa le sue acque nel grande fiume, mentre nel resto del tempo, per influenza delle piogge monsoniche e con un fenomeno unico al mondo la corrente si inverte ed è il fiume a nutrire il lago, che quadruplica la sua superficie.

Su queste acque vive un popolo coraggioso e laborioso, per metà pescatore e per metà contadino, in quanto le basi della sua alimentazione sono costituite da pesce e riso. Il tratto del grande fiume (in lingua locale, Tonle Thom) e il lago Tonle Sap sono punteggiati da villaggi mobili e galleggianti. In queste acque vi sono grandi concentrazioni di pesce, che si sposta seguendo il flusso e il riflusso delle acque. Questi gruppi etnici conoscono bene la fragilità dell’ecosistema in cui sono nati e ne traggono giusto l’essenziale per vivere. Hanno escogitato una tecnica altamente sostenibile per allevare sia pesci che maiali: le gabbie dei suini, con griglia sul fondo, galleggiano sopra le gabbie in cui si allevano i pesci gatto: così, i maiali si nutrono dei pesci catturati dai loro allevatori con speciali trappole, mentre i pesci si nutrono delle deiezioni dei maiali.

Questa è anche una regione di grande interesse naturalistico. In particolar modo per l’avifauna: qui si trovano infinite specie di uccelli, tra cui pellicani, cicogne e marabù. Fino a ieri preda di bracconieri e ladri di uova, oggi è finalmente sorvegliata e protetta a dovere.

Ecco: se visiterete la Cambogia e ne avrete la possibilità, non limitatevi al sito archeologico di Angkor, ma spingetevi fino qui: sarà un’esperienza unica nel suo genere.


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