Visita a Palazzo Farnese a Roma
Di Erica VenturaProgettato da Antonio da Sangallo il Giovane su commissione del cardinale Alessandro Farnese (il futuro Papa Paolo III), Palazzo Farnese si rifà al modello delle dimore urbane fiorentine. Si tratta di un palazzo dal volume compatto, con cortile e loggiato aperto verso il Tevere; è articolato su tre piani caratterizzati in facciata da una serie di finestroni.
Alla morte dell’architetto i lavori nell’edificio vengono affidati a Michelangelo, il quale si mostra in disaccordo con lo stile del suo predecessore. L’artista dunque muta l’assetto generale del palazzo, che assume così un aspetto più movimentato e lontano dalla regolare scansione precedente: inserisce architravi e cornici alle finestre e un cornicione fortemente aggettante, allo scopo di interrompere la schematica simmetria della facciata.
Al piano nobile si trova la famosa Galleria Farnese, decorata dall’artista bolognese Annibale Carracci a partire dal 1598 e commissionata dal cardinale Odoardo Farnese. Questa sala è detta “galleria” in quanto si sviluppa in lunghezza; si tratta di un locale lungo e stretto con volta a botte, destinato all’esposizione delle raccolte d’arte di famiglia.
Le pareti sono affrescate da Annibale ricorrendo a diversi aiuti tra i quali Domenichino e Lanfranco e al fratello Agostino. Tutta la decorazione è incentrata sul tema delle Virtù. Sulla volta sono illustrate storie di mitologia greca incentrate sugli amori degli dei. Si tratta di una celebrazione gioiosa dell’amore profano.
Tra i numerosi episodi, “Polifemo e Galatea”, “Pan e Diana”, “Bacco e Arianna, chiusi entro finte cornici dorate collocate in modo illusorio sulle pareti o sulla volta secondo la tecnica cosiddetta del quadro riportato, cioè come se si trattasse di vere tele dipinte e appese. Questi riquadri sono alternati a finte sculture, finte architetture e finti medaglioni bronzei.
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