Un viaggio a Cuba: prima tappa a L’Havana

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Quando la stagione degli uragani nei Caraibi volge al termine e le temperature nel nostro Paese scendono, Cuba torna a essere una meta molto appetibile per il turista nostrano. I voli economici non mancano (ad esempio, quelli che si possono prenotare sul sito Opodo) e l’ultimo scorcio dell’anno offre varie festività sommabili tra loro per prendere un periodo di ferie.

Cuba è un mondo di bellezza, romanticismo e nostalgia: le sue vicende storico-politiche ne hanno fatto una sorta di immenso museo all’aria aperta. Un paradiso tropicale baciato dai raggi del sole e bagnato da un mare dai colori indescrivibili, Cuba è un paese di gente che vive con veramente poco, ma generosa, di grande cultura. Tutto accompagnato da una colonna sonora da sogno: infatti, a Cuba la musica si respira, si vive con la massima intensità.

La Isla Grande, la più estesa dei Caraibi, racchiude al suo interno paesaggi e ambienti molto vari. A parte le spiagge incontaminate, gli atolli della barriera corallina e i fondali ricchi di specie animali, nell’immaginario collettivo l’epitome della cultura cubana (frutto di una commistione tra la preesistente civiltà indigena, la colonizzazione spagnola, la cultura degli schiavi africani e della rivoluzione socialista) è sicuramente rappresentato dalla capitale La Habana. Da qui, nella parte nordoccidentale dell’isola, comincia necessariamente ogni itinerario a Cuba.

A l’Havana il visitatore è subito colpito dagli slogan della propaganda di regime leggibili sulla maggior parte dei muri liberi e prova la sensazione di trovarsi ancora nel periodo della Guerra fredda. Carri armati e altri mezzi militari in pieno centro rievocano gli anni della rivoluzione di Fidel Castro e Che Guevara; il luogo simbolo della rivoluzione è l’immensa Plaza de la Revolución, dove il Líder máximo ha tenuto alcuni dei suoi discorsi più importanti.

A bordo di un coco-taxi, i simpatici risciò gialli a motore, ci si sposta rapidamente tra un traffico pittoresco costituito da pittoresche e variopinte auto degli anni ’50, ancora bellissime e di grande fascino, anche se un po’ malconce.

La capitale cubana ha alle spalle quasi cinque secoli di storia; il suo cuore pulsante è l’Havana vecchia (La Habana Vieja), che un tempo era circondata da possenti mura e che dal 1982 è diventata Patrimonio UNESCO. I palazzi coloniali hanno le facciate scrostate, ma spesso celano allo sguardo bellissimi cortili interni, pieni di piante, fiori e vita. Sulle piazze si affacciano preziose chiese barocche e i tavolini dei bar, con l’immancabile presenza di musicisti talentuosi e spesso di bambini che giocano a baseball. Sulle stradine animate del centro si aprono anche i mercati alimentari statali, dove la gente si mette in fila per fare una misera spesa. Il luogo preposto al relax è il Parque Central, dove la gente ama discutere animatamente.

Al di fuori della città vecchia non troviamo più lo stile coloniale, bensì i bianchi marmi del Capitolio Nacional, le decorazioni barocche del Teatro dell’Opera e l’elegante ottocentesco Paseo del Prado.

Sulla baia de La Havana si trovano varie antiche fortezze militari, che dovevano difendere la capitale da pirati e invasori. Il porto commerciale è utilizzato pochissimo per via dell’embargo; anche il turismo delle crociere non è più molto fiorente come qualche anno fa. Nelle giornate di vento le onde superano il parapetto e vanno a infrangersi sul Malecón, il celeberrimo lungomare dove gli abitanti della capitale vengono specialmente la domenica pomeriggio per passeggiare e incontrarsi.

Il tramonto più bello si vede sulla collina del Morrillo, da dove si vede il profilo della città illuminato dala luce magica dei Caraibi. Ma quando il sole scompare, per via del razionamento energetico, la città piomba nel buio, rischiarato a mala pena da pochi e deboli lampioni. Ma il divertimento notturno non manca di certo, ed è scatenato e annaffiato da ottimi cocktail.


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