Viaggio in Azerbaigian: le pitture rupestri di Qobustan
Di Nicoletta A.L’Azerbaigian costituisce una delle nuove mete del turismo, come è stato evidenziato nelle più recenti fiere del settore. Oltre a Baku, l’antica città-fortezza di cui abbiamo parlato più volte sulle nostre pagine, consigliamo di visitare l’altro importante sito del Paese asiatico tutelato dall’UNESCO, ovvero le pitture rupestri e il paesaggio culturale di Qobustan (che potrete trovare anche scritto con la grafia Gobustan). Si tratta di una riserva statale ubicata nella zona stepposa dell’Azerbaigian centrale, precisamente su un altopiano di una propaggine del Caucaso affacciata sul mar Caspio. Il sito è formato da tre colline piatte coperte da grossi blocchi di calcare, che vanno a costituire aree distinte in cui si trovano ben 600.000 pitture rupestri, oltre a insediamenti primitivi e tombe.
Numerose sono le caverne e le nicchie scavate nella roccia. Le figure con cui sono decorate le enormi pietre raffigurano un repertorio molto vasto costituito da esseri umani (soprattutto imponenti matrone e cacciatori), varie specie animali: bovini, capre, cavalli, pesci, rettili, insetti – oltre che molte imbarcazioni. Le pitture sono realistiche e solitamente più grandi del naturale: le figure umane più grandi superano i 4 metri di altezza!
La maggior parte delle immagini rupestri sono incisioni nella pietra. È possibile riordinarle in gruppi diversi a seconda della loro antichità. Quelle risalenti al paleolitico rappresentano imbarcazioni, bestie feroci, pesci e cacciatori. Le matrone mostrano una marcata steatopigia, ovvero natiche enormi. In una caverna compaiono solo donne tatuate, in un’altra soltanto donne gravide. Le imbarcazioni sono per lo più delle canoe che potevano trasportare un minimo di due e un massimo di 40 persone. Probabilmente a quei tempi il livello del bacino del mar Caspio era più elevato che ai giorni nostri e le tre regioni collinose erano isole. Questo spiegherebbe il gran numero di pitture che rappresentano barche.
I motivi tipici del neolitico sono invece le scene rituali, le danze, i sacrifici e i primi animali domestici. Nel periodo del bronzo le pitture rupestri furono eseguite con minor cura. Tra esse compaiono numerose capre dalle corna arrotolate, recinti per il bestiame, carri e cavalieri.
Risalgono invece all’età del ferro figure umane senza braccia, mentre le carovane di cammelli, i cavalieri armati e i simboli islamici sono i disegni tracciati nel medioevo.
Come avrete capito, si tratta di un luogo dove è possibile studiare la storia dell’umanità come in un museo all’aria aperta. La zona è anche particolare per la presenza di centinaia di vulcani di fango, che contribuiscono ad attrarre turisti nella zona perché secondo la tradizione il fango eruttato avrebbe delle proprietà curative. Le esplosioni dei vulcani sono rare (in media una ogni vent’anni), ma quando avvengono scagliano fiamma altissime nel cielo e depositano tonnellate di vulcano nella zona circostante. Secondo alcuni studiosi questi fenomeni geologici sarebbero collegati alla nascita della cultura zoroastriana in quest’area dell’Asia circa 2000 anni fa.
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