Varanasi: la città più sacra dell’India
Di Nicoletta A.Varanasi, la città dell’Uttar Pradesh anche conosciuta come Benares è, subito dopo Dehli e a pari merito con Agra la tappa più consigliabile per chi visita questo paese per la prima volta. Per gli asiatici che praticano induismo o buddismo è una mèta di fondamentale importanza ed è per questo motivo presa d’assalto ogni giorno da migliaia di fedeli provenienti sia dall’India che dall’estremo oriente (nel paese indiano i buddisti costituiscono solo l’1% della popolazione, mentre l’80% è costituito da induisti).
Due importanti cerimonie si svolgono sul fiume Gange, che per gli induisti è fonte di vita e una sorta di dea-madre. Il rituale dell’alba, durante il quale si possono scendere i ghat, ovvero le scalinate digradanti verso l’acqua e poi salire su una barca che risale il fiume. Mentre il sole sorge lungo la sponda orientale, sui ghat si vede gente di ogni tipo che compie abluzioni, oppure che fa il bucato, che nuota, tra hippy e monaci in meditazione o mistici in preghiera. Le barche conducono a un crematorio situato nella città vecchia, un dedalo di stradine tortuose e buio dove spesso si incontrano lente processioni o cortei funebri in cui le salme sono avvolte nei sudari.
Un’esperienza analoga può essere svolta la sera sul Gange salendo su una barca che porta verso un antico crematorio: qui ci si avvicina alle pire funebri, dove i cadaveri vengono adagiati su catafalchi coperti di seta, tra ghirlande di fiori e brandelli di stoffe dorate brillanti. Secondo la credenza indù, chi muore o viene cremato a Varanasi sfugge al ciclo infinito della reincarnazione. Mentre si guardano le fiamme salire al celo è fortissimo il profumo di canfora e di legno di sandalo; i timpani sono invece colpiti dalla colonna sonora delle percussioni e dei canti dei fedeli. Un’altra cerimonia importante nelle ore serali è quella della “buonanotte al fiume sacro” a cui si assiste sulla famosa scalinata del Dasaswamedh Ghat, dove folti gruppi di bramini intonano un canto di ringraziamento e di umiltà.
Una visita da non perdere a Varanasi è quella del complesso buddista di Samath, che include templi, monumenti e un importante museo. In esso si trova il capitello dei leoni del III secolo a.C., scolpito nel granito da uno dei più grandi re indiani, l’imperatore Ashoka: è il simbolo della nazione indiana. Nello stesso museo vi sono anche altri importanti cimeli di arte buddista risalenti al I-V secolo d.C.
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