Bukhara, tappa di un viaggio in Uzbekistan

Di
Bukhara

Bukhara, come Samarcanda era uno dei centri più importanti sulla Via della Seta. La città è situata in un’oasi del deserto Kisil-Kum ed è oggi patrimonio UNESCO grazie al suo centro storico, che ospita antichi bazar, moschee e raffinate madrase, testimonianza degli antichi splendori. E’ anche ritenuta la città più sacra dell’Asia centrale.

Oltre che dal punto di vista commerciale, Bukhara fu in passato anche un importante crocevia di idee, punto di incontro di studiosi, poeti e artisti, specialmente in due periodi di straordinaria fioritura culturale: il IX e X secolo, sotto il domini dei Samanidi, e il XVI secolo, periodo in cui furono costruite le più monumentali madrase e moschee e i mercati coperti con il tipico tetto a cupola.

Il favoloso centro storico di Bukhara

Il cuore del centro storico della città è costituito dall’Ark, una cittadella dalle imponenti mura fortificate, un tempo sede del governo e del palazzo dell’emiro di Bukhara. L’Ark si eleva su un’altura di una ventina di metri e vi si accede passando per un portale fiancheggiato da due slanciate torri di sezione rotonda. All’interno si trovano le antiche carceri, cortili, padiglioni, saloni per le udienze e le cerimonie di incoronazione. Oggi l’Ark è un museo di storia e cultura locale.

Di fronte a questo simbolo della potenza economico-militare si trova il polo religioso, ovvero la moschea Bala Hauz. L’edificio più antico dell’area, risalente al X secolo, è invece il mausoleo di Ismail Samani, dalla forma cubica costituita da mattoni di argilla decorato con impressioni sulla superficie. Uno straordinario abbinamento di semplicità e bellezza.

L’emblema e il capolavoro di Bukhara è però il minareto di Kalon (XII secolo, alla cui sommità si trova una rotonda con 16 finestre ad arco. La torre, alta quasi 50 metri, è rastremata verso l’alto e costruita con mattoni cotti. E’ interamente ornata con vari tipi di decorazioni, specie motivi a scacchiera. Un’aura temibile lo circonda: era infatti da qui che venivano buttati i condannati a morte. Il minareto fa parte della moschea di Kalon, famosa per le cupole turchesi, i portali sontuosi ornati da eleganti scritte calligrafiche e l’ampio cortile interno porticato.

La madrasa Mir-i-Arab, con un’imponente cupola, fu completata intorno al 1535. Ai lati della preziosa parete ornata da maioliche si trovano le celle degli studenti coranici, disposte su due piani. Insieme al minareto di Kalon costituisce un armonioso insieme architettonico. I suoi mosaici e gli affreschi sono caratterizzati da motivi floreali stilizzati nei colori bianco e blu e da ornamenti formati da piastrelle colorate.

La madrasa Nadir Khan Devanbegi è molto diversa da edifici analoghi per le sue decorazioni: fatto insolito per la cultura islamica, al di sopra il portale principale, oltre a motivi floreali e a scritte calligrafiche, sono rappresentate anche teste di uomo e aironi in volo. La madrasa fu inizialmente costruita con funzione di caravanserraglio e solo in seguito trasformata in scuola coranica.

Il Chor Minar, pur avendo quattro minareti, non è una moschea. Fu fatto costruire dal ricco califfo turkmeno Nijazkul nel 1807 in uno stile che ricorda quello del celeberrimo Taj Mahal.

Come avrete capito, anche questo è un luogo magico, che rievoca il tempo de Le Mille e una notte.

1 commento su “Bukhara, tappa di un viaggio in Uzbekistan”
  1. Anvar ha detto:

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