Una visita ad Aquileia, per un turismo culturale in provincia di Udine
Di Nicoletta A.Quella di Udine è una delle province più belle, ma meno conosciute d’Italia, forse anche per la sua posizione periferica. Eppure, in questo territorio esistono località che hanno giocato un ruolo fondamentale nella nostra storia nazionale. E’ il caso di Aquileia, inserita dall’UNESCO nella preziosa lista dei patrimoni dell’umanità.
La città, fondata come colonia romana nel 181 a.C., fu uno dei principali porti del tempo e una delle più importanti città al tempo degli imperatori – soprattutto con la funzione di sbarrare la strada ai barbari. Dopo secoli di resistenza, nel 452 d.C. fu distrutta dalle orde dagli unni di Attila. Ma poi fu ricostruita e nel medioevo, ritrovò un ruolo importante, quasi a rivaleggiare con Roma come centro della cristianità d’Occidente – un ruolo tuttora testimoniato dall’imponente Basilica, di cui parleremo sotto. Verso la metà del VI secolo, la città divenne sede vescovile metropolitana, ma il patriarca fu poi costretto a trasferirsi a Grado, in territorio bizantino nell’anno 568 in seguito a un’incursione dei Longobardi. Dopo il 1421, Aquileia fu sotto il dominio di Venezia. Un nuovo patriarcato fondato nella città ebbe un ruolo importante sia per la cristianizzazione dell’Europa centrale, sia per la politica imperiale in Italia, almeno fino alla metà del 1500.
Ma che cosa vale la pena di vedere oggi ad Aquileia? Soprattutto i reperti archeologici degli straordinari scavi romani, che ricordano lo splendore della città antica: nel Foro sono ancora visibili le colonne, il mausoleo, i resti della Basilica forense e il sepolcreto.
La Basilica, con il campanile dell’XI secolo, fu costruita sopra due basiliche paleocristiane e conserva i più grandi e antichi pavimenti a mosaico con temi cristiani che si siano conservati integri in Europa. A livello stilistico, le pregevoli raffigurazioni conservano elementi della tradizione antica, mentre per quanto riguarda il contenuto, presentano una visione allegorica della fine della persecuzione dei cristiani. All’estremità della navata sinistra si trova una costruzione rotonda in marmo risalente all’XI secolo ispirata al Santo Sepolcro di Gerusalemme. Dall’interno della chiesa si può accedere alla cripta degli scavi, dove sono visibili i resti della basilica paleocristiana: anche qui vi sono magnifici mosaici, ottimamente conservati.
Imperdibile poi la visita al Museo archeologico, dove si scopre con sorpresa come questa città fosse lontana dall’atmosfera leziosa della Roma imperiale, animata com’era da una piccola borghesia viva e produttiva – dove gli schiavi liberti potevano diventare ricchi imprenditori.
Come avrete capito, si tratta di una località che suscita grandi emozioni, un gioiello artistico e storico ma purtroppo la troverà solo il viaggiatore capace di uscire dagli usati circuiti del turismo massificato. Speriamo che i nostri lettori siano tra questi.
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