Un giorno a Bologna: 5 tappe per gli amanti dell’architettura contemporanea
Di Nicoletta A.Dagli anni ’70 a oggi è stato apportato un notevole numero di interventi nel tessuto urbano di Bologna che hanno contribuito non poco a modificare la sagoma della città inaugurando nuovi spazi pubblici e culturali che costituiscono un polo di attrazione e di sperimentazione per numerosi architetti di fama, sia italiani che stranieri. Ecco cinque tappe imperdibili nella “città nuova”.
MAMbo – è l’acronimo di Museo di Arte Moderna di Bologna, che ha sede nell’ex Forno del Pane, una struttura eretta nel 1915 per far fronte alle necessità di approvvigionamento dei cittadini durante la Grande Guerra. Negli anni ’70 divenne un deposito comunale, poi all’inizio degli anni ’90 iniziò, su progetto di Aldo Rossi, un progetto di recupero e trasformazione.
Nuova Stazione Ferroviaria: nella migliore tradizione orientale, il nuovo progetto del giapponese Arata Isozaki è incentrato sulle forme morbide e luminose dei cosiddetti “non luoghi”, come direbbe Marc Augé. Nessuno dei quattro edifici principali supera i 20 metri di altezza, per non modificare in maniera invasiva lo skyline della zona.
Padiglione Esprit Nouveau (nella foto): si tratta di un progetto di Le Corbusier messo a punto per l’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes, che si tenne a Parigi nel 1925 – ma fu realizzato solo nel 1977 a Bologna. E’ un vero e proprio manifesto rivoluzionario dell’architettura moderna, essenziale nelle forme e funzionale negli spazi abitativi.
Palazzo dei congressi: realizzato nel 1974 dall’architetto Melchiorre Bega, è uno tra i più grandi spazi tecnologici e multifunzionali d’Italia. Tra i molti ambienti del Palazzo, l’Europauditorium, adibito a manifestazioni musicali e teatrali.
Torre Unipol: è il primo grattacielo di Bologna, alto 126 metri e di 33 piani – è idealmente vicino alle celebri torri medievali della città.
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