Turismo alternativo? No, sperimentale
Di DonataSe vi siete stancati del solito viaggio verso destinazioni esotiche che ormai hanno perso il loro fascino a causa dell’invasione turistica, allora è il momento di dedicarsi a esplorare i non-luoghi del turismo sperimentale. Non stiamo parlando di turismo alternativo, alla scoperta di territori ancora ‘liberi’ da villaggi vacanze, né di turismo eco-sostenibile, che si preoccupa dell’ambiente, dell’inquinamento e dell’impatto ecologico lasciato dai turisti nei luoghi di villeggiatura. L’esperimento che vi proponiamo è quello inventato da Joel Henry, fondatore del laboratorio Latourex (LAboratoire de TOURisme EXpérimental) e autore del libro “Guide to Experimental Tourism” edito da Lonely Planet.
Diventare turisti sperimentali significa lasciarsi andare al viaggio non-convenzionale nella maniera più assoluta: ad esempio, trascorrere una mini-vacanza di 48 ore al’interno di un aeroporto, oppure sperimentare il viaggio ‘letterario’ senza mai lasciare la propria stanza e sfogliando, paese dopo paese, i libri dei vostri autori preferiti. Se non vi spaventa il viaggio lasciato al caso dovete provare il random-micro-travel, che consiste nel trascorrere il week-end nella casa di amici che avete scelto a occhi chiusi pescando il mazzo di chiavi da una busta. Durante la micro-vacanza organizzate le giornate secondo l’agenda e gli appuntamenti dei veri padroni di casa.
Che ve ne pare? Il viaggio sperimentale non lascia spazio a nessun programma definito, e più che di vacanza si tratta di un viaggio mentale all’insegna dell’avventura.
Soluzione divertente o immensa fregatura? Sicuramente un modo originale per passare il tempo!
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