Tomar e Alcobaça: due suggestivi monasteri non lontani da Lisbona

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Giunti alla fine del periodo in cui la maggior parte degli italiani si mette in viaggio per le ferie, non è difficile trovare convenienti voli last minute per destinazioni europee che offrono il meglio di sé nel mese di settembre. E’ il caso di Lisbona, città dal fascino struggente, facilmente raggiungibile da Roma o Milano con una piattaforma di ricerca voli come quella di Opodo.it.

Ma poiché della capitale lusitana abbiamo a più riprese parlato nel nostro blog, oggi vi suggeriamo una visita a due località raggiungibili in giornata in auto. Per entrambe, incluse nel patrimonio UNESCO, il fulcro dell’interesse è costituito da un monastero. Ma andiamo per ordine:

Il Convento dell’Ordine di Cristo di Tomar (in altro) è il più grande del Portogallo. Si trova nell’omonima cittadina nel distretto di Santarém, a nordest di Lisbona e, a partire dal XII secolo, fu una rocca dei cavalieri templari nel paese. Fino al XVII secolo il complesso monastico venne continuamente ristrutturato e ampliato. Oggi, le possenti mura e i bastioni del complesso fanno desumere che il Gran Maestro dell’ordine dei Templari intendesse costruire una sorta di “fortezza monastica”, che vanta ben sette chiostri. La sede del capitolo dell’ordine, ovvero la chiesa conventuale di Santa Maria do Olival fu costruita sulla falsariga della chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. La rotonda di sedici lati è invece la parte più antica del ministero ed è decorata da magnifici affreschi. Nel grande chiostro, eretto in epoca rinascimentale, il re spagnolo Filippo II si fece incoronare anche re del Portogallo.

Il monastero di Alcobaça (qui a lato), situato in una cittadina posta nelle valli alla confluenza dei fiumi Alcoa e Baça a nordovest di Lisbona, è uno degli edifici cistercensi di maggiore rilievo in Europa. Dedicato a Santa Maria, fu fondato come ringraziamento per la vittoria riportata sui mori presso Santarém dal re Alfonso I. Il severo stile architettonico improntato al gotico, che corrispondeva all’ascetico stile di vita dei cistercensi, è oggi visibile soltanto nella chiesa del monastero che, con i suoi 106 metri, è la più grande del Portogallo. La facciata, del XVII-XVIII secolo, è invece in stile barocco, e presenta sculture di straordinaria raffinatezza. La chiesa a tre navate è stata ampliata con nove cappelle annoverabili fra gli esempi più belli dello stile gotico-cistercense. Le colonne e i capitelli del deambulatorio sorprendono invece per la loro leggerezza. Il refettorio e i fabbricati rurali sono ancora oggi un segno evidente dell’importanza rivestita in passato dal monastero, che attualmente ospita una scuola e vari uffici pubblici.

Ciò che più colpisce i visitatori della chiesa del monastero di Alcobaça sono gli sfarzosi sarcofaghi di re Pedro I e della sua amata Ines de Castro, fatta uccidere da sicari inviati dal padre dello stesso Pedro, Alfonso IV. La commovente storia di Pedro e Ines è un grande classico dell’amore tragico e non c’è cicerone che non si dilunghi nel narrarla ai visitatori.


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