Stromboli: il fascino estremo di un vulcano attivo
Di Nicoletta A.Oltre che per i turisti in senso stretto, l’arcipelago delle Eolie in Sicilia è estremamente importante dal punto di vista geologico e geofisico e anche per questo è annoverato tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Il discorso vale in maniera particolare per l’isola di Stromboli, che è costituita dalla parte emergente di un vulcano sottomarino, l’unico che nell’arcipelago è in attività permanente, costante e regolare. E dire che iniziò a eruttare ben 40.000 anni fa!
Quello di Stromboli è un classico esempio di vulcano a strato, di forma conica e con pendenze accentuate. Rientrano in questa tipologia i vulcani nei quali si ha un’alternanza di colate laviche e di esplosioni con emissione di materiali incoerenti (pomici, lapilli, ceneri ecc.).
Il nome Stromboli (in dialetto locale, Struògnoli) deriva forse dal siculo strumbulo, ‘trottola’, che a sua volta trova origine in un termine greco che significa ‘rotondo’, per via della forma che ha la montagna. Invece il vulcano è chiamato familiarmente Iddu (lui) dagli abitanti del luogo.
D’estate l’isola di Stromboli accoglie molti turisti, soprattutto quelli di tipo ‘tranquillo’; anche se non mancano le feste e i locali per i turisti, sicuramente la vicina isola di Panarea – peraltro raggiungibile anche di notte da Stromboli – è più consona alla vita mondana.
Partendo da Napoli con il traghetto o l’aliscafo, si arriva al porticciolo di Scari, sulla costa nordorientale, nei pressi di San Vincenzo. Avvicinandosi all’isola si rimane subito colpiti dalla perfetta forma conica del vulcano, e dal contrasto tra le pendici coperte da verdi cespugli e il colore nero della lava e delle spiagge che campeggiano sul blu del mare e l’azzurro del cielo.
Un altro aspetto caratteristico di Stromboli sono le stradine strettissime, percorribili solo con motocarri e motorini elettrici – anche messi a disposizione dei turisti per il noleggio. Colpisce anche la mancanza di illuminazione notturna per le strade, grazie alla quale del resto è possibile vedere bene la lava del vulcano e il cielo stellato.
Il cuore dell’isola è San Vincenzo (anche semplicemente detto ‘il paese di Stromboli’): casette bianche adornate da fiori e giardini, vicoli stretti e muri. Se salite ancora arrivate a San Bartolo, dove trovate una bella chiesa dai colori vivaci. Andando ancora oltre troverete Punta Labronzo, affacciata sulla Sciara del Fuoco, di cui parleremo più avanti.
Se potete permettervi di circumnavigare Stromboli in barca, di giorno o di notte, non potete evitare di passare sulla costa sudoccidentale nel piccolo e suggestivo borgo di Ginostra, raggiungibile solo via mare, e noto perché qui non ci sono strade: l’unico mezzo di trasporto utilizzato sono i muli. Qui si trova il Pertuso, quello che i locali definiscono ‘il più piccolo porto del mondo’.
Sempre dal mare, nessun turista vorrà perdere l’imponente visione della Sciara del fuoco, il luogo del versante nord-occidentale dove si riversano le colate di lava o semplicemente dei massi di pietra che rotolano in acqua lungo il versante scosceso.
E perché non aggregarsi a un gruppo di turisti che salgono con guide esperte fino alla cima del vulcano, a circa 900 metri sul livello del mare? La cima si chiama ‘i Vancori’, non è più attiva, ma da essa si può vedere il cratere posto circa 200 metri più in basso. Se ci andate di notte, con l’ausilio di torce, potrete ammirare le suggestive esplosioni notturne!
Altra mèta molto conosciuta è sicuramente è lo Strombolicchio, uno scoglio (residuo di un antico camino vulcanico) situato nei pressi della costa nordorientale. L’isolotto è disabitato e ospita un faro alimentato da pannelli solari e aperto alle visite dei turisti che vi arrivano salendo scale piuttosto ripide. Ma il panorama da lassù in straordinario. Così come è consigliabile anche un bel bagno in queste acque: un tuffo negli abissi di Strombolicchio non si dimenticherà facilmente.
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