Schokland, Beemster e Lemmer: itinerario nel nord dell’Olanda
Di Nicoletta A.Le tre tappe che toccheremo oggi nei Paesi Bassi sono particolarmente significative dal punto di vista storico-culturale, poiché si tratta di due polder e di una stazione di pompaggio, tre siti UNESCO che testimoniano la lotta secolare degli olandesi contro le forze della natura. Forse non tutti sanno che più di un quarto della superficie dei Paesi Bassi si trova sotto il livello del mare, strappato mediante un complesso sistema di dighe, mulini e stazioni di pompaggio nel corso di molti secoli.
L’ex isola di Schokland, che si affaccia sull’Ijesselmeer è un vero e proprio simbolo della lotta per il recupero dei territori minacciati dalla sommersione. Gli scavi archeologici hanno rivelato i metodi efficaci già utilizzati nei secoli passati per strappare le terre al mare del Nord: già i frisoni nel IV secolo costruirono degli argini per proteggere i terreni, ma nel XIII secolo le forti mareggiate formarono comunque la profonda insenatura dello Zuiderzee. I bassi terreni fertili protetti dagli argini (chiamati in olandese polder), erano al sicuro dalle inondazioni, ma dovevano essere regolarmente bonificati. La stessa metodologia basata su argini e pompe, adottata per strappare le terre al mare fu nuovamente impiegata all’inizio del XX secolo, cosicché si creò l’Ijesselmeer, che oggi è un lago di acqua dolce, diviso dal mare da una diga che attraversa il Zuiderzee. L’antica chiesa su Schokland si trova vicino a un museo regionale che documenta questa lunga lotta dell’uomo contro il mare.
La seconda tappa del nostro itinerario ci porta al polder di Beemster, che risale all’inizio del XVII secolo ed è un altro capolavoro della tecnica di recupero dei territori e di sviluppo di un paesaggio artificiale. Questo polder è il più antico dei terreni prosciugati e coltivati che si siano conservati fino a oggi. Nel 600 la lotta contro l’acqua e le mareggiate fu dura e vinta grazie all’impiego di 47 mulini. Nei secoli successivi le campagne così ottenute furono trasformate con un complesso intreccio di canali e dighe attraverso campi e pascoli. Molte antiche case coloniche conservano ancora i tipici tetti spioventi. Le più belle sono quelle chiamate De Eenhorrn (risalente al 1682) e De Lepelaar (del 1683).
La stazione di pompaggio a vapore di Wouda si trova nella cittadina di Lemmer, sulle sponde dell’Ijesselmeer è la più grande del mondo e da sempre costituisce un modello di ispirazione per tutti gli impianti idraulici di questo tipo. Risale all’inizio del 900 sulla base del monumentale progetto dell’architetto D.F. Wouda. E’ composta da una sala macchine e una sala caldaie. Quattro chiuse gigantesche aperte in direzione del lago caratterizzano l’edificio di mattoni che nello stile ricorda le linee architettoniche di H.P. Berlage e da lontano sembra una fortezza circondata da un fossato.
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