Sankt Gallen e Müstair: splendide abbazie benedettine in Svizzera
Di Nicoletta A.Sono entrambe patrimoni tutelati dell’UNESCO, la prima nel cantone di San Gallo, nel nordest della Confederazione, non lontano dall’Austria, la seconda nel cantone dei Grigioni, incuneato tra Lombardia e Trentino-Alto Adige. L’Abbazia di San Gallo è un convento benedettino i cui edifici risalgono per lo più al periodo d’oro vissuto dal cantone svizzero dopo il XVII secolo. La chiesa collegiata di San Gallo e Otmar fu eretta al posto di edifici preesistenti e colpisce per la bellissima facciata. La costruzione si sviluppa in lunghezza e presenta una rotonda centrale; artisti di grande fama contribuirono a dotarla dei suoi ricchi arredi. Nell’ala occidentale del convento si trova la biblioteca (a sinistra), nella quale sono conservati oltre 30.000 volumi, tra cui vari manoscritti medievali di grande pregio (testi irlandesi, tavolette eburnee, il salterio di Notker Labeo del X secolo, un manoscritto de Il Cantare dei Nibelunghi – il più celebre poema epico tedesco – del XIII secolo). La sala della biblioteca, a due piani, con stucchi e soffitti affrescati è senza dubbio la più bella in stile rococò di tutta la Svizzera. Un’attenzione particolare meritano anche gli elaborati motivi decorativi dei pavimenti.
Qui accanto vedete invece l’Abbazia di Müstair (Monastero in italiano), che sorge a 1240 metri di quota nell’appartata valle Münstertal. Fu costruita intorno all’anno 785 ed è considerata uno dei migliori esempi di architettura carolingia. Gli edifici del convento, per la maggior parte risalenti al medioevo, sono raccolti intorno a due cortili interni. Intorno alla fine del XV secolo, la collegiata di San Giovanni fu ristrutturata e trasformata in chiesa a sala tardogotica. Le pitture murali, risalenti alla fondazione dell’abbazia, si sono in gran parte conservate e sono disposte su cinque fregi tutto intorno allo spazio interno. Raffigurano scene della vita del re Davide e di Gesù Cristo, oltre al Giudizio Universale. Le tre absidi e la parete orientale della chiesa furono purtroppo ridipinte tra il 1165 e il 1180 da un ignoto maestro che coprì con affreschi il precedente ciclo carolingio.
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