San Giorgio di Valpolicella, un borgo da visitare in provincia di Verona
Di Nicoletta A.Oggi, se volete, potete venire con noi tra i cipressi, gli ulivi e soprattutto le vigne della Valpolicella, quel territorio delimitato da un’ansa del fiume Adige mentre scende da nord quasi parallelo al lago di Garda prima di arrivare a Verona.
Questa zona collinare, celebre per la produzione dell’omonimo vino rosso Valpolicella e di altri nettari famosi in tutto il mondo, è uno spettacolo in qualsiasi stagione, ma soprattutto in autunno quando i colori dei pampini assumono tutta la loro pienezza e varietà. Un itinerario in questa zona non può deludere nessuno: sono davvero suggestivi i percorsi tra le valli con colline punteggiate da cantine, ville nobiliari, antiche fortificazioni, corti rurali e pievi vecchie di millenni. Per gli amanti dello sport sono possibili innumerevoli attività outdoor, come le discese in rafting sul fiume Adige, le passeggiate in bicicletta e sui sentieri tra boschi e filari.
Noi vi consigliamo una visita a San Giorgio di Valpolicella, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, ubicato a circa 380 metri sul livello del mare. Da qui il panorama si stende tra le colline fino all’Adige e al lago di Garda. Il paesino è costituito da un nucleo abitativo che include abitazioni e un’antica Pieve in bianca pietra calcarea risalente al periodo longobardo (VIII secolo).
La chiesa include un grazioso chiostro, il severo campanile che vedete nella foto in alto e un ciborio (cioè il baldacchino a quattro colonne tipico delle antiche basiliche cristiane). Il borgo è anche noto con il buffo nome di San Giorgio Ingannapoltron, dovuto al fatto che quando si tenta di raggiungerlo percorrendo il sentiero che parte dalla chiesa di Gargagnago e percorre il vajo Ragnino, si ha l’illusione che la mèta sia vicinissima, mentre in realtà non lo è.
Nel borgo e nella zona non mancano le antiche osterie e le enoteche, non di rado scavate nella roccia. Non andatevene da qui senza aver gustato qualcuno dei piatti tradizionali della zona Valpolicella, come il brasato all’Amarone, la polenta accompagnata da funghi e/o formaggi locali, la pasta fresca (tagliatelle e pappardelle), gli gnocchi di pane. Ovviamente tutto accompagnato da uno o più bicchieri di Valpolicella (Classico o Superiore) o di corposo Amarone, mentre per il dolce è più adatto un passito Recioto.
Le piccole chiese di campagna della Valpolicella
Tra le chiese più belle della zona c’è la pieve romanica di San Floriano, risalente al 905 d.C., situata nella piazza della frazione. La facciata in tufo è ancora ben conservata, mentre il campanile in tufo e cotto richiama lo stile veronese dell’epoca. All’interno, degni di nota sono le tele e la fonte battesimale, scolpiti in un blocco di marmo rosso.
Il Santuario della Madonna delle Salette si trova arroccato sulla parete rocciosa del Colle Incisa, sovrastando il paese. Visibile già dalla valle, appare come una candida macchia tra i boschi e offre un panorama unico su Fumane. Fu costruito nel 1859 per adempiere a un voto fatto quando la zona fu minacciata da una malattia che colpiva i vigneti.
Le ville della Valpolicella
Durante il Risorgimento, i ricchi proprietari terrieri veronesi costruirono numerose ville nella Valpolicella, attratti dalla possibilità di seguire da vicino la produzione agricola. Molte di queste dimore, circondate da giardini lussureggianti e protette da alte mura, sono ancora oggi presenti e alcune sono aperte al pubblico.
Tra le più note spicca Villa della Torre, che richiama l’architettura delle antiche ville romane. La pianta della villa ricorda quella di una domus romana, con un cortile centrale a peristilio, pilastri rustici e fontane con giochi d’acqua. Attualmente, la villa ospita un’azienda vinicola che offre degustazioni di vini tipici della zona, come l’Amarone.
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