Rio De Janeiro: cosa vedere nella metropoli magicamente vitale

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Se in passato le bellezze naturali di Rio de Janeiro erano state un po’ offuscate dagli squilibri sociali e dai pericoli derivanti dal crimine dilagante, negli ultimi anni la metropoli ha offerto ai turisti una nuova immagine di sé stessa, diventando decisamente più sicura e pulita, valorizzando al meglio le sue attrattive più classiche, come il Pan di Zucchero (la famosa roccia a forma di panettone allungato), il Corcovado (la montagna nel centro della città, nel parco nazionale della Tijuca, sulla cui cima si trova la statua del Cristo Redentore), le superbe spiagge della costa e il fantastico carnevale – per citarne solo alcune.

Oggi la cosiddetta Cidade maravilhosa è sicuramente la più rappresentativa del Brasile, con la sua atmosfera tropicale, i colori caldi, la gente sensuale e spensierata. Rio si affaccia a semicerchio sulla baia di Guanabara, una delle insenature più affascinanti del Pianeta.

Non cominceremo il nostro itinerario dai luoghi più conosciuti, ma da uno dei quartieri più antichi, Santa Teresa, arroccato sulle alture e collegato al centro con un antico tram giallo, il cui capolinea si trova nel cuore della City, nella Estação Carioca. Fino a cent’anni fa, Santa Teresa, era il luogo in cui le famiglie più abbienti della città trascorrevano i mesi più caldi, tentando di sfuggire alla forte calura. Il quartiere si è poi allargato, mantenendo però il carattere di cittadina di provincia: case basse e strade tranquille, localini e negozi incorniciati da variopinti azulejos. Oltre che con il tram, vi si accede anche con la scalinata di Selaron, così chiamata dal cognome del geniale artista cileno che l’ha inventata: si integra perfettamente nell’architettura locale con le sue piastrelle prevalentemente rosse, ma anche con maioliche di altri colori provenienti da ogni parte del mondo.

I quartieri più belli della metropoli sono Ipanema e Copacabana, il cui nome è legato a due delle spiagge di sabbia più belle e celebrate del mondo. Situate dietro il Pão de Açúcar, sono i lidi del divertimento, della socializzazione e degli sport – soprattutto beach volley, surf e footing. E così, mentre si sorseggia un’acqua di cocco, si vedono sfilare migliaia di persone in costumi succinti sul caratteristico lungomare piastrellato con motivi a onde bianche e nere, opera di Oscar Niemeyer (l’architetto che negli anni ’60 progettò Brasilia dal nulla) e del paesaggista Roberto Burle Marx.

E’ di Niemeyer anche il Museo di Arte contemporanea Niterói, una splendida costruzione degli anni ’90: una sorta di fiore che sorge dalle acque, oppure un disco volante che grazie a un gioco ottico rimane sospeso sulla baia di Guanabara, proprio di fronte al Pan di zucchero.

I migliori hotel e i più rinomati ristoranti si trovano nel triangolo Ipanema-Leblon-Copacabana. Imperdibili il piatti nazionali, la feijoiada e le carni grigliate del churrasco – ma bisogna tenere presente che qui non si cena mai prima delle 9 di sera.

La notte, il divertimento carioca è assicurato nell’antico quartiere di Lapa, pieno di locali notturni, dove si ascoltando samba e chorinho. Un palcoscenico a cielo aperto dove si ascoltano le melodie che hanno reso famoso il Brasile in tutto il mondo.

Per chi preferisce delle spiagge più alternative ma non troppo lontane dal centro, consigliamo Joatinga, ancora selvaggia e profondamente diversa dalle caotiche spiagge cittadine, e poi São Conrado e Barra da Tijuca, che con le loro alte onde oceaniche sono ottime per fare surf.


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