Quattro giorni a Palermo

Di
Palermo

Quattro giorni a Palermo. Non è il titolo di un film, ma un amarcord di un soggiorno indimenticabile nella città della Conca d’oro. “Palermo è una città piena di gioielli. Magari non sempre lucidati o incastonati al meglio, ma pur sempre dei gioielli“, questo era stato il mio commento dopo averla visitata. Palermo mi è rimasta davvero nel cuore, con le sue linee architettoniche, le opere d’arte più o meno nascoste, colori, profumi e sapori unici.

Ecco che cosa consiglio di vedere a chi ha a disposizione tre o quattro giorni a Palermo:

* Il Palazzo dei Normanni: è uno dei simboli della città, un’imponente costruzione in vari stili su cui prevale quello cinquecentesco. Questa reggia sontuosa eretta dai sovrani normanni contiene due autentici gioielli: la Cappella Palatina, recentemente riaperta al pubblico dopo lunghi restauri. Del XII secolo, è quasi interamente ricoperta da mosaici su fondo dorato considerati fra i più belli in assoluto dell’arte bizantina. E poi la Sala di Ruggero, anch’essa decorata con mosaici raffiguranti scene di caccia, figure umane e piante stilizzate.

Cattedrale di Palermo

* La Cattedrale, un misto di stili architettonici che vanno dal XII secolo dell’impianto di base al XVIII secolo della cupola. Contiene le reliquie della santa patrona della città, Rosalia.

* La chiesa di San Giovanni degli Eremiti, fatta costruire (come la Cappella Palatina) da Ruggero II, primo re di Sicilia. Ha una singolare struttura sormontata da cupole rosse che ricordano molto il profilo di una moschea.

* Piazza Pretoria, con la fontana rinascimentale, detta anche “fontana delle vergogne” per via del realismo e della nudità delle statue. Siamo sempre in Sicilia, non dimentichiamolo, ci vorrebbe una certa decenza nel vestire!

* Piazza Verdi, con il Teatro Massimo, orgoglio cittadino, il terzo per dimensioni in Europa.

* Piazza Bellini, da cui si accede alla chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio (o Martorana, vedi sotto) e alla chiesa di Santa Caterina, il miglior esempio di arte barocca della città.

* I palazzi eleganti che si allineano su via Roma, corso Vittorio Emanuele, via Maqueda, fino a Piazza Vigliena, anche detta Quattro Canti o Teatro del sole, perché durante il giorno almeno uno dei quattro lati è sempre animato dalla luce.

* Piazza San Francesco, dove si trova la mitica Antica Focacceria, risalente al 1834, con splendidi tavolini di ghisa in stile liberty e dalle cui cucine escono profumi irresistibili per qualsiasi essere umano: dalle arancine allo sfincione (la caratteristica pizza alta e soffice) al pani ca’ meusa (pane con la milza), apparentemente poco invitante, in realtà gustosissimo.

* La Galleria regionale di Palazzo Abatellis, nei pressi di Piazza Marina. Qui si trovano due quadri importanti: L’Annunziata, di Antonello da Messina e lo splendido affresco Trionfo della Morte, di un pittore anonimo.

* La facciata di Palazzo Valguarnerna-Gangi, dove Luchino Visconti girò la celebre scena del ballo ne Il Gattopardo. Purtroppo qui ci troviamo in un quartiere molto decadente, la Kalsa. Anche questa è Palermo, bisogna ammetterlo, eppure anche nel mezzo del marasma si trova un gioiello, la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, priva di copertura, dove un albero cresciuto all’interno della navata si protende verso il cielo creando suggestioni difficili da descrivere.

* I mercati tipici: Ballarò, la Vuccirìa, il Capo e Borgo Vecchio: qui le grida chiassose dei venditori vanno salendo di intensità nel corso della giornata. In questi mercati si trova di tutto, anche molti cibi pronti, serviti in cartocci. Da non perdere un bel pane e panelle (fettine fritte di pasta di ceci).

Appena fuori Palermo bisogna assolutamente visitare:

* Il Duomo di Monreale, del XII secolo. L’interno è decorato da splendidi mosaici bizantini con il Cristo Pantocrator che domina ogni cosa. Il chiostro è un luogo da cui non si vorrebbe più uscire, vista la pace che vi si incontra. E che dire dello splendore dele 228 colonne che lo sostengono, una diversa dall’altra? Da Monreale si gode inoltre di una splendida vista su tutta la città.

* Un salto bisogna farlo anche a Mondello, la spiaggia dei palermitani e luogo del cuore per molti di loro, anche quando non è propriamente stagione di bagni in mare. Notevole l’eleganza dello stabilimento balneare in stile liberty, ora sede di un celebre ristorante. E poi a Bagheria, dove si trovano le splendide residenze dell’aristocrazia palermitana, tra cui la Villa Palagonia, anche detta “villa dei mostri” per via delle figure scultoree che la adornano. I sobborghi marinari di Palermo (tra cui Sferracavallo, Isola delle Femmine, Capo Gallo, Avamposto) sono il luogo ideale dove gustare pesce e frutti di mare freschissimi a prezzi molto contenuti, almeno per gli standard a cui siamo abituati nel nord-Italia.

E non si può non terminare un ricordo di Palermo se non con i dolci: la cassata, la granita, i cannoli straripanti di ricotta, le brioche con gelato, la frutta di marzapane (che si chiama anche frutta Martorana dal nome del convento dove fu ideata). L’amore dei palermitani per i dolci è genetico. E contagioso: io vi ho avvertiti…


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