Palazzi Vaticani: le Stanze di Raffaello
Di Erica VenturaCommissionata da Giulio II a inizio Cinquecento, la decorazione ad affresco di quelle che oggi sono note come “Stanze di Raffaello” comprende gli appartamenti che intorno alla metà del XV secolo furono abitati da Niccolò V. L’artista originario di Urbino fu impegnato in questo incarico dal 1508 fino alla sua morte nel 1520. Si tratta di uno dei capolavori in Vaticano più visitati dai turisti. La visita è compresa nel biglietto per l’ingresso ai Musei Vaticani e alla Cappella Sistina.
Il complesso comprende quattro stanze di cui tre affrescate da Raffaello e una decorata dopo la sua morte da Giulio Romano, la Stanza di Costantino. La prima in ordine cronologico è la Stanza della Segnatura (1508-11), che contiene una complessa allegoria volta a esprimere la conciliazione tra cultura classica e cristiana. Le quattro pareti rappresentano la “Scuola di Atene“, allusiva della Filosofia come manifestazione della verità razionale, la “Disputa sul Sacramento” con la Teologia come verità rivelata, “Parnaso” sede del bello e della poesia e le “Virtù Teologali” che si riferiscono all’istituzione del diritto civile e canonico.
La Stanza di Eliodoro (1511-14) propone un programma decorativo comprensivo di quattro affreschi con episodi miracolosi, in funzione di propaganda del potere della Chiesa. Tra questi, la “Cacciata di Eliodoro dal Tempio” allude al diritto divino della Chiesa di possedere beni terreni, la “Messa di Bolsena” rappresenta il miracolo secondo il quale un sacerdote avrebbe visto sgorgare sangue dall’ostia che stava consacrando e la “Liberazione di San Pietro dal carcere” colpisce per l’attenta ricerca cromatica, mescolando effetti di notturno, luci artificiali e soprannaturali.
La Stanza dell’Incendio di Borgo (1514-17) deve il suo nome a uno degli affreschi in esso presente: “Incendio di Borgo“, appunto. Questa mostra un tono più celebrativo e ricorre a scenografie quasi teatrali nell’ambientazione degli episodi rappresentati.
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