Una visita a Padova, tra arte, cultura, devozione e gastronomia
Di Nicoletta A.Padova è una città molto elegante, dal fascino unico e particolare, con un centro storico circondato da canali e ricchissimo di bellezze artistiche, da assaporare con calma e grande relax. Immenso il valore artistico e culturale dei suoi monumenti e non a caso: fin dalla fondazione della sua Università nel 1222, Padova vide un grande fermento creativo, in particolare nel Rinascimento, periodo in cui vissero e lavorarono in questa città artisti e scienziati del calibro di Giotto, Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea Mantegna, Donatello, Leon Battista Alberti e Galileo Galilei.
Cosa vedere a Padova
Partiamo da Piazza delle Erbe, uno dei luoghi più vivaci della città, in passato fu chiamata anche “piazza della biada” e poi “piazza del vino”, perché qui si scambiavano le merci. Ospita ancora un variopinto mercato ortofrutticolo. Così come la vicina Piazza delle Frutta. Le due sono separate dal Palazzo della Ragione, un edificio di dimensioni impressionanti costruito nel XIII secolo. Fu sede del tribunale comunale dal 1200 al 1700. Il piano superiore è il cosiddetto Salone, una enorme sala pensile con un soffitto di legno. Il piano inferiore, interamente porticato, pullula di botteghe.
Non lontano da qui, sempre nel cuore della città si trova Piazza dei Signori. Gli isolati di case che la separano dal Palazzo della Ragione costituiscono la prima zona del Ghetto, dove le case sorgono fitte fitte, alte e addossate l’una all’altra, nascondendo spesso negli anfratti suggestive cantine romane e medievali. Sulla Piazza dei Signori si affaccia il Palazzo del Capitanio, con un grande orologio (con la particolarità di indicare anche i mesi, come quelli mitteleuropei). Le sue pareti in bugnato bianco contrastano fortemente con la scura austerità della facciata del Duomo.
Al glorioso XIII secolo risale anche Palazzo Zabarella, nella città universitaria, che ospita spesso mostre di altissima qualità.
Un altro edificio molto particolare è lo storico Caffè Pedrocchi, anche per secoli come “il caffè senza porte” perché non chiudeva mai. Fu un luogo di ritrovo fondamentale peri patrioti del Risorgimento che nel 1848 si ribellarono agli austriaci. Il piano inferiore dell’edificio, che ha una particolare pianta a clavicembalo, è in stile neoclassico, mentre al piano superiore (o “piano nobile” si trovano sale in stili diversi: etrusco, greco, romano, rinascimentale, ercolano, napoleonico). La parte sud dell’edificio è il cosiddetto “Pedrocchino”, che presenta delle guglie neogotiche.
Dal punto di vista religioso, il punto di riferimento per i turisti è sicuramente la Basilica di Sant’Antonio di Padova (foto in alto), chiamata da tutti “il Santo” tout court: un maestoso edificio che ricorda molto la Basilica di San Marco a Venezia nei volumi sferici delle sette cupole che dominano l’edificio, portate in alto da tamburi cilindrici e la facciata con due profondità parallele nel vano degli archi. Visitato da migliaia di pellegrini ogni anno, conserva al suo interno le reliquie del santo di origine portoghese e varie opere scultoriche di Donatello, tra cui il Cristo sull’altare.
Dal punto di vista dell’importanza artistica nessun edificio religioso padovano supera la piccola Cappella degli Scrovegni, dove lo spazio architettonico è tutto in funzione del ciclo dei quaranta affreschi di Giotto. La navata è unica, molto luminosa, con uno spazio semplice e continuo. Nella parte bassa del muro ci sono figure monocrome raffiguranti figure allegoriche di vizi e virtù. Nella parte mediana si trovano gli affreschi con le storie di Cristo e della Passione. Nella parte alta è invece rappresentata la vita di Maria vergine e dei suoi genitori, Gioacchino e Anna. Nell’arco trionfale sono invece dipinte l’Annunciazione e due edicole in prospettiva che ingannano l’osservatore. La cappella è visitabile solo su prenotazione.
Padova è anche sede di un sito tutelato dall’UNESCO: l’Orto Botanico, il più antico d’Europa, che continua a fornire il suo contributo allo studio del mondo vegetale e ha conservato fino a oggi la struttura originaria. Fu istituito all’inizio del XVI secolo da Andrea Moroni, su delibera del Senato della Serenissima. Ha una pianta circolare, con un quadrato inscritto, suddiviso in quattro quadrati più piccoli da due viali perpendicolari a loro volta solcati da aiuole disposte in maniera da formare eleganti disegni geometrici. Tra le piante mediterranee ed esotiche, alcune delle quali si sono diffuse da qui in tutta l’Europa, si trovano anche degli esemplari antichissimi, tra cui la cosiddetta “Palma di Goethe” (piantata nel 1578) che lo scrittore tedesco descrisse nel 1788, nel corso del suo primo viaggio in Italia.
Infine, poiché a Padova siete capitati veramente bene, consigliamo di non perdere un appuntamento con le numerose specialità gastronomiche: un aperitivo con gli spuncioni (stuzzichini) o il prosciutto crudo di Montagnana, un primo a base di bigoli in salsa, oppure un risi e bisi o una pasta e fasoi. Per secondo suggeriamo una gallina padovana imbriagain onto o le sarde in saor. Fra i dolci, gli zaeti, oppure la pinza o la torta Setteveli che trovate nel laboratorio dolciario di Biasetto vicino alla basilica di Sant’Antonio. Ma le pasticcerie in città sono tante, piene di dolci dedicati al Santo, solitamente a base di mandorle.
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