Orbetello e dintorni: la Maremma al suo meglio

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Veduta di OrbetelloChi ci segue sa che la Maremma è una delle nostre zone preferite. Vi abbiamo già portati a Grosseto, a Massa Marittima, a Campiglia Marittima, Suvereto e Bolgheri e Capalbio. Ma come potremmo dimenticare Orbetello? Pur non trattandosi di una città particolarmente bella dal punto di vista architettonico, il suo incanto è dato dalla posizione al centro della laguna, tra le braccia di due tomboli (a nord dal tombolo della Giannella e a sud quello della Feniglia) che la stringono al Monte Argentario. Urbs Tellus era il nome dato dai romani alla città che nacque in questo territorio paludoso, dove non si contano le pozze e i numerosi stagni ricchi d’acqua, che si insinua dappertutto, portando alla formazione di fango e alghe. In realtà, però, prima dell’arrivo dei romani, la città sorgeva già su un insediamento etrusco preesistente, di restano alcune vestigia nelle antiche mura che in alcuni tratti circondano ancora Orbetello.

Che cosa vedere a Orbetello città? Il Corso, il Duomo, le sopracitate mura e le porte cittadine. Due sono i musei interessanti: il Museo Archeologico Comunale (in cui si trovano reperti dall’età Villanoviana a quella Romana, ivi inclusi molte preziose opere d’arte etrusche come il cosiddetto Frontone di Talamone) e il Museo Archeologico Nazionale di Cosa, che prende il nome dalla omonima frazione di Orbetello fondata dai Romani nel 273 a.C. dopo la sconfitta delle forze etrusche della regione.

Appena fuori città, la laguna di Orbetello con l’antico mulino e l’Oasi del WWF, con vari punti di osservazione dei volatili: siamo infatti qui proprio in un punto in cui passano le rotte migratorie di migliaia di uccelli. E poi le spiagge e le pinete della Feniglia e della Giannella: qui trovate il contrasto più profondo tra l’azzurro del cielo e del mare e il verde di pini marittimi foltissimi. Da Ansedonia si può entrare a piedi nel tombolo della Feniglia e passeggiare a lungo in una macchia fatta di mirto, lentisco, erica. Tra gufi, lodolai e daini, si può entrare nella zona delle dune e arrivare alla spiaggia, quella su cui trovò la morte il Caravaggio.

Splendido poi il borgo marinaro di Talamone , di cui però abbiamo già parlato profusamente. Seguendo la vecchia Aurelia si arriva a Porto Santo Stefano, con la sua fortezza spagnola del Monte Argentario, un piccolo cosmo da circumnavigare in auto godendo di bellissimi panorami su baie meravigliose. In vetta all’Argentario si trova il Convento dei Passionisti, con il panoramico terrazzo da cui Orbetello appare come la vedete nella foto.


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