Macao: la capitale del gioco in Oriente
Di Nicoletta A.Se siete a Hong Kong per più di tre-quattro giorni, con soli 30 minuti di aliscafo, oppure un’ora di traghetto o 15 minuti di elicottero potete arrivare a Macao, ex colonia portoghese tornata alla Cina nel 1999. La città si estende su una penisola e due isole comunicanti, Taipa e Coloane. Il piccolo territorio costiero, che misura soltanto 30 km quadrati, è famoso in estremo oriente per i suoi casinò, i più noti dei quali sono il Venetian (che identificherete facilmente nella foto qui accanto), il Wynn, il Sands e il Grand Lisboa. Pensate che da solo il gioco d’azzardo e il turismo a esso legato costituiscono circa la metà del PIL di Macao.
Nella vecchia Macao si trovano invece bei palazzi coloniali dai colori pastello, chiese barocche dall’atmosfera misteriosa, fortezze in rovina, millenari tempi cinesi. Molto suggestiva la piazza neoclassica del Largo do Senado, su cui si affacciano palazzi in stile manuelino (il tardo gotico portoghese): questo centro storico è Patrimonio mondale dell’UNESCO. Straordinariamente scenografica la facciata della cinquecentesca chiesa di San Paolo (nella foto sotto), l’unica parte dell’edificio che rimase dopo un terribile incendio nel 1835. Fu costruita dai portoghesi e decorata da un gruppo di gesuiti giapponesi in esilio. Il centro storico è abitato da pescatori, artigiani e commercianti, per la maggior parte cinesi, che non di rado si impegnano anche in eleganti esercizi di tai chi all’aperto. Nelle stradine trafficatissime si vendono cianfrusaglie di ogni tipo, dagli orologi falsi ai biscotti al cocco, dai giocattoli di latta agli oggetti di ferro o legno fino al maiale caramellato.
Già che ci siete, provate la cucina macanese, un sorprendente mix di tradizioni portoghesi e influenze cinesi; tra le specialità più famose, ricordiamo il caldo verde (zuppa di verdure), le sardinhas assadas (alla griglia) il baccalà con uovo e cipolle, maiale con le vongole e la galinha à africana.
Commenta o partecipa alla discussione