Luang Prabang: tappa imperdibile di un viaggio nel Laos
Di Nicoletta A.Il Laos è un paese che potremmo definire “silenziosamente splendido”, uno dei meno visitati del Sudest asiatico ma che proprio per questo e per il suo isolamento conserva quasi intatte le sue tradizioni. A causa della sua posizione strategica ha visto giocarsi sul suo territorio infinite storie di guerra e colonizzazione, ma oggi è una delle nazioni più tranquille della regione. Purtroppo il tempo corre veloce, la globalizzazione prima o poi arriverà anche qui, perciò per conoscerlo nella sua autenticità è bene non tardare troppo a visitare il “Paese dei milioni di elefanti”.
La meta più importante per i turisti è sicuramente il villaggio di Luang Prabang (o Louangphraban), l’antica capitale del regno del Laos che tale rimase fino al 1975, quando il re fu deposto e la capitale fu spostata a Vientiane. Luang Prabang è situata nella zona centrosettentrionale del paese e dal 1995 è nel novero del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO – riconoscimento che ha contribuito al restauro dei numerosi templi e delle case coloniali francesi. Di fatto, Luang Prabang costituisce un esempio perfetto della tipica affascinante e sonnacchiosa cittadina del Sudest asiatico. Quali sono le principali attrattive?
La città è famosa per i Wat, templi dal tetto dorato, decorati internamente con mosaici, statue e affreschi sulla vita del Buddha. Nel Wat Xieng Thong si trova una copia del Prabang, la statua del Buddha in oro massiccio che ha dato il nome alla città.
Bisogna salire più di 300 gradini per arrivare sul Phu Si, una collina nel centro della città da cui si gode di una magnifica vista sulla placida ragnatela delle strade e sul Mekong, la “madre di tutti i fiumi” secondo i Laotiani.
Da non perdere anche il Museo del Palazzo Reale (Haw Kham), con il magnifico tempio decorato a specchio e la sensazionale sala del trono dalle pareti scintillanti di mosaici fatti con tessere di vetro colorato.
Un’esperienza irrinunciabile per chi si trova in questa città è la cerimonia della questua dei monaci buddisti: prima delle sei del mattino i monaci avvolti in tonache arancioni escono dai monasteri in processione, preceduti da un sonoro gong. Lungo la strada, accomodati su tappetini, donne e uomini (anche molti turisti) al loro passaggio offrono a ciascuno di loro una piccola porzione di riso cotto al vapore in appositi cestini di bambù: questo sarà il loro primo pasto quotidiano e nel corso della giornata li vedrete ancora in varie parti della città.
Il Laos offre ancora tratti culturali intatti: per questo è un piacere perdersi nell’atmosfera genuina dei suoi colorati mercati, dove si trovano tutti i prodotti più tipici della cucina laotiana, ma anche borse lavorate a maglia e trapunte con i tipici motivi Hmong. Nei negozi della strada principale (Xiang Thong Road) troverete invece sete e tessuti pregiati, perle e gioielli.
Nel pressi della città, si possono visitare villaggi dove viene distillato il riso: vi si arriva mediante una gita in battello sul Mekong. Proseguendo la navigazione si può arrivare alle grotte di Pak Ou, uno dei luoghi più sacri del paese, tuttora utilizzate come luogo di culto. All’interno di esse si trova una sorta di foresta di statue del Buddha, costituita grazie ai doni dei pellegrini.
Un’altra escursione molto amata dai turisti è quella all‘Elephant XL Camp, a tre quarti d’ora di viaggio dalla città: servono pantaloni lunghi e scarpe robuste per camminare lungo sentieri scoscesi, imbarcarsi su una zattera e arrivare sulla radura dove alcuni elefanti scarrozzano pigramente i turisti attraverso fitti boschi di tek.
Anche le Cascate Kuang Si valgono una visita, ma richiedono una vigorosa scarpinata lungo un percorso costellato da varie piscine naturali di un invitante color zaffiro, ciascuna corredata da una cascata. Anche se la salita richiede un po’ di sforzo, arrivare all’ultima vasca, sotto la sommità della cascata più grande di tutte ripagherà totalmente.
Commenta o partecipa alla discussione