Le meraviglie di Petra, in Giordania
Di Nicoletta A.Petra, anche nota come “la città rosa” in Giordania, è la città nabatea più importante e sfarzosa – subito seguita da Madain Saleh in Arabia Saudita. I nabataei erano un popolo nomade che oltre duemila anni fa iniziò a spostarsi dall’Arabia al Mediterraneo, una civiltà molto avanzata e per molti versi avvolta nel mistero che in questa zona dell’attuale Giordania trovò la sua posizione ideale, al crocevia delle vie carovaniere. E qui ideò un geniale sistema idraulico per irregimentare le acque nel bel mezzo del deserto. In seguito, questi territori dei nabatei furono conquistati dai romani, poi arrivarono i musulmani e i crociati, ma per i seicento anni seguenti questa terra è stata dimenticata, finché all’inizio dell’800 un esploratore svizzero (Johann Ludwig Burckhardt) non la ritrovò con l’aiuto degli indigeni, guidato dalla certezza che in questi luoghi esisteva una città mitica dimenticata da tutti.
I nabatei ci hanno lasciato degli edifici straordinari scavati nella roccia, tombe di dimensioni gigantesche, scavate in una pietra dai mille colori, un affresco naturalistico di enormi dimensioni che lascia stupefatti i visitatori ed è ovviamente patrimonio UNESCO, oltre che considerata nell’immaginario collettivo globale una delle sette meraviglie del mondo.
Una visita a Petra inizia dal Siq, una strettissima gola lunga più di un chilometro che si può percorrere solo a piedi o a cavallo. Il Siq si apre su uno spiazzo si cui si affaccia il monumento più rappresentativo di questa “metropoli nel deserto”, l’Al Khazneh – letteralmente, il Tesoro del Faraone, come lo chiamarono i beduini – in realtà una tomba la cui facciata è magistralmente incisa nella roccia e risale al periodo ellenistico. Un’apoteosi di armonia, grandiosa e raffinata (foto in alto).
Il sito archeologico di Petra è enorme e racchiude oltre 800 monumenti, 500 dei quali sono tombe. Tra i più noti ricordiamo:
* Le Case del Djinn (ovvero, del Genio, dello Spirito);
* La Tomba dell’obelisco, costruita sulla struttura più antica nota come “triclinio”, dove si tenevano banchetti di commemorazione dei defunti;
* La Strada delle facciate: una quarantina tra tombe e case ricavate dalla roccia in stile assiro;
* Il teatro scavato nella roccia;
* Le tombe reali (nella foto qui sotto – le più belle delle quali sono la Tomba dell’urna, la Tomba di Seta dai colori straordinariamente suggestivi, la Tomba Corinzia, la Tomba del Palazzo e la Tomba di Sesto Fiorentino).
* La strada colonnata con i ruderi della porta di Traiano;
* Le rovine del Tempio Grande, costruito dai nabatei nel I secolo a.C.;
* Le rovine del tempio di Qasr al-Bint, eretto verso il 30 a.C.;
* La chiesa bizantina, con splendidi mosaici molto ben conservati;
* Il Monastero (al-Deir), molto simile al palazzo del tesoro.
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