La Madonna nera di Tindari (Messina)

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Le forme della devozione popolare trovano a Tindari, in provincia di Messina, una delle manifestazioni più affascinanti e tradizionali di tutta la Sicilia. Ancora oggi il Santuario della Madonna del Tindari è uno dei più visitati d’Italia: migliaia di pellegrini devoti lo raggiungono ogni anno per fare visita alla statua della Madonna nera.

Il Santuario odierno è stato costruito negli anni ’50, ma prima di esso esisteva un altro edificio religioso, tutt’ora esistente e inglobato nella nuova struttura: la prima pietra, proveniente dalle vicine antichità greco-romane, venne posta l’8 dicembre 1957. L’antica chiesa, invece, risalirebbe a molti secoli addietro e fu, forse, edificata sul luogo di un tempio pagano.

La statua della Madonna nera, o bruna, come dicono i fedeli del luogo, vi sarebbe stata portata già durante il periodo bizantino (535-836), dopo che in Oriente era iniziata la persecuzione iconoclasta. Secondo la tradizione, una nave di ritorno dall’Oriente, tra le altre cose, portava nascosta nella stiva un’immagine della Madonna perché fosse sottratta alla persecuzione iconoclasta. Mentre la nave solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si levò una tempesta e perciò essa fu costretta ad interrompere il viaggio ed a rifugiarsi nella baia del Tindari, oggi Marinello. Quando si calmò la tempesta, i marinai decisero di riprendere il viaggio: levarono l’ancora, inalberarono le vele, cominciarono a remare, ma non riuscirono a spostare la nave. Tentarono, ritentarono, ma essa restava ferma lì, come se fosse incagliata nel porto. Essi allora pensarono di alleggerire il carico, ma , solo quando, tra le altre cose, scaricarono la cassa contenente il simulacro della Vergine, la nave poté muoversi e riprendere la rotta sulle onde placide del mare rabbonito.

Partita la nave che aveva lasciato il carico, i marinai della baia di Tindari si diedero subito da fare per tirare in secco la cassa galleggiante sulla distesa del mare. Fu aperta la cassa e, con grande stupore e soddisfazione di tutti, in essa fu trovata la preziosa immagine. Si decise di trasportarla nel luogo più alto, il più bello, al Tindari, dove già da tempo esisteva una fiorente comunità cristiana.


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