Il tempio Brihadishwara a Thanjavur in Tamil Nadu, India del Sud
Di TizianabOgni Stato dell’India ha delle particolarità che lo caratterizzano, dal punto di vista turistico, il Tamil Nadu è il luogo dei templi per eccellenza. In questo Stato sono molto vive le tradizioni legate ai riti indù e l’accesso ai templi è aperto anche agli stranieri e a chi appartiene ad altre religioni. Ovunque è possibile vedere dei templi magnifici, con scalini ripidi e gopuram (torri d’ingresso) dipinti di mille colori che, al gusto occidentale, sembrano un po’ pacchiani. Di fatto, i colori sono un modo per ridurre i tempi tra un restauro e l’altro. Tuttavia ci sono anche moltissimi templi che mantengono il colore naturale della roccia e delle raffinate decorazioni.
Brihadishwara a Thanjavur è uno degli esempi più impressionanti e suggestivi, nonché fiore all’occhiello dell’architettura religiosa del periodo Chola e dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Il tempio è dedicato a Shiva, il dio più venerato nella zona. La sua bellezza è tale e mutevole, che merita di essere visitato in due distinti momenti della giornata: al mattino presto e nel tardo pomeriggio, quando il sole che tramonta irradia di luce le mura di arenaria. Un altro buon motivo, meno poetico e più pratico, è che nelle ore più calde è quasi impossibile camminare scalzi nel tempio (regola dei luoghi sacri indù) poiché le pietre diventano come carboni ardenti!
Il “Big temple”, così viene anche chiamato dagli autoctoni, occupa un’area molto ampia ed è formato da diverse sale e santuari con colonne e 250 linga (simbolo fallico considerato una forma del dio Shiva) lungo le pareti esterne. All’interno della zona sacra è situata una delle statue più grandi dell’India del toro Nandi (la cavalcatura di Shiva), che attira numerosissimi fedeli soprattutto per i riti che si svolgono intorno ad esso.
Se avete la fortuna di capitare da quelle parti proprio il giorno del rito a Nandi, lasciate da parte la pigrizia e lo scetticismo e unitevi entusiasti. Per noi è andata proprio così. Dopo una visita mattutina del tempio, la guida locale ci ha consigliato di tornare la sera per assistere al culto. Certo, abbiamo ringraziato dicendo che sicuramente saremmo tornati, anche se l’idea non era affatto allettante: dopotutto cosa ci poteva essere di interessante in un gruppo di persone che prega un toro? Tuttavia, spinti dalla curiosità, abbiamo deciso di andarci.
Che meraviglia! L’atmosfera del tempio al tramonto era completamente diversa. A parte la luce sulle rocce, anche la processione di donne in sari coloratissimi e uomini che entravano silenziosamente per poi prendere posto per terra attorno a Nandi contribuivano ad aumentare la sacralità del momento. Più persone arrivavano più aumentava l’attesa. La cerimonia è iniziata con una danzatrice, per poi proseguire con la recitazione dei mantra (preghiere brevi e ripetute). Pur non capendo nulla, il suono delle frasi aveva come un effetto ipnotico. Il culmine è stato raggiunto quando al mantra si sono unite le offerte al toro. Offerte che non venivano banalmente poste al suo cospetto, bensì versate su di esso da un’impalcatura. Prima è venuto il latte, seguito da un risciacquo, poi l’ocra, un risciacquo, il curry, un risciacquo, di nuovo il latte, un risciacquo… Insomma un susseguirsi di preghiere e offerte nel raccoglimento generale.
Le parole non sono sufficienti a descrivere la sensazione che si prova ad assistere a una cerimonia del genere, pur non partecipandovi come fedeli. Un po’ come lasciarsi penetrare dalle emozioni di chi vi circonda. Una volta tanto non si trattava di una danza fatta per i turisti o del classico segno di Shiva sulla fronte, ma di qualcosa di vero e vibrante, in cui tra centinaia di fedeli gli “intrusi” curiosi si potevano contare sulle dita della mano. E la cosa più sorprendente è che anziché essere infastidite dalla nostra presenza, le donne che erano sedute accanto a noi alla fine ci hanno salutato e chiesto da dove venivamo e se ci era piaciuto!
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