Il Parco del Pollino, abbracciato dal Tirreno e dallo Ionio
Di Nicoletta A.Montagne selvagge, borghi antichi, lupi e aquile reali, misteriosi resti archeologici e antiche tradizioni folkloristiche. Questo è il Parco del Pollino che, con i suoi 196.00 ettari di montagna e boschi sulla dorsale appenninica, è la maggiore area protetta d’Italia. Pensate che qui si sente profumo di mare pur essendo in montagna, anche quando si sale oltre i 2000 metri! Infatti da alcuni punti del Parco si possono vedere entrambi i mari che bagnano la punta dello stivale. Il mare influisce molto su ambienti e paesaggi; infatti, il versante tirrenico ha un clima piovoso e una vegetazione più lussureggiante, mentre quello ionico è più caldo e ventoso, più arido d’estate. Esteso tra Basilicata e Calabria, il parco copre una sessantina di comuni, suddivisi in tre province (Matera, Potenza e Cosenza).
Limitandosi alla Calabria, questi sono i centri di maggiore interesse:
* Castrovillari, nella Conca del Re, a soli 30 km dallo Ionio e a 50 dal Tirreno: una cittadina in una posizione invidiabile e strategica, che ha attratto nei secoli prima i romani, poi i normanni, poi gli svevi e gli aragonesi. Tutti hanno lasciato ricordi architettonici di notevole interesse, come ad esempio il castello della fine del 400, la Torre infame e il convento francescano del 1221, con due splendidi chiostri gemelli.
* Morano Calabro (nella foto), un borgo nel cosentino che pare un tappeto di case adagiate sul colle. Dominato dai ruderi di un antico castello svevo-normanno, è giustamente considerato uno dei borghi più belli d’Italia.
* Civita, una sorta di nido d’aquile abbarbicato sulle montagne e a picco sulla gola del fiume Raganello. E’ uno dei 32 comuni italo-albanesi della Calabria, un’isola linguistica di estremo interesse le cui origini risalgono alla metà del XV secolo.
Il Parco del Pollino è ideale per le camminate o il trekking d’alta quota. C’è chi attraversa l’intero massiccio, dal Tirreno allo Ionio, compiendo una sorta di coast to coast nostrano. Tra le vette più ambite dai bravi camminatori, la Vetta degli dèi, da dove si vede da un lato il Mar Ionio fino al golfo di Taranto, e dall’altro i monti dell’Orsomarso che si sporgono giganteschi verso il Tirreno. Questo sarebbe potuto diventare il Monte Olimpo della Magna Grecia: di qui il nome.
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