Il Castello di Copertino, nel Salento
Di Nicoletta A.Il Castello di Copertino, distante circa 15 km da Porto Cesareo, tra le spiagge del Salento più note, è uno dei più interessanti tra tutti i castelli presenti nel tacco d’Italia. Si tratta di un’opera fortificata del 1500: il disegno del castello è stato fatto dall’architetto Evangelista Menga che diede forma al volere del marchese Alfonso Granai Castriota, già generale dell’esercito di Carlo V e feudatario di questa zona che allora prendeva il nome di Vasta Contea, come voluto da Carlo I d’Angiò. I lavori per l’edificazione del castello iniziarono nel 1530 circa e proseguirono sino al 1540, sempre sotto la supervisione del Menga.
Si tratta di una costruzione rinascimentale a pianta quadrata che ingloba in sé quello che era rimasto di un vecchio mastio angioino, che già in tempi più remoti aveva come unica finalità quella di difesa del territorio da attacchi nemici. Il castello di Copertino è, poi, circondato da un grande fossato che venne scavato nel banco roccioso. Quattro grandi bastioni angolari incorniciano la parte centrale del castello e alcuni cordoni che circondano il prospetto fanno di suddetto castello una struttura molto fortificata.
Il portone del castello è evidentemente rinascimentale ed è incorniciato da due colonne che terminano con un coronamento dalla forma composita a duplice cornice nella quale ci sono alcuni rosoni nonché dei bassorilievi commemorativi e le effigi di alcuni personaggi illustri che hanno fatto parte della storia locale. Da ciò si può desumere che si tratta di un complesso molto ricco in decorazioni e per questo di notevole rilevanza artistica.
Entrando nel castello, superando il fastoso portone, si arriva in un androne voltato che introduce al cortile. Qui c’è, sulla destra, un portale con timpano che dà su una cappella fatta in onore di San Marco (quest’ultima è piccola e a pianta rettangolare con volta a botte): la cappella è stata fatta da un artista del luogo, attivo tra gli anni Sessanta e Settanta del 1500, che dipingeva con santi e figure varie prese dal Vecchio e dal Nuovo Testamento le cappelle che realizzava. Il pittore in questione si chiama Gianserio Strafella che lavorò per volere della famiglia Squarciafico. Nella cappella ci sono anche dei sarcofagi dei marchesi che sono venuti dopo i Castriota e che vennero realizzati dal gallipolino Russo.
Sempre nel cortile, poi, si trova un pozzo con un portico che hanno lo stemma della famiglia Pinelli-Pignatelli e sono, quindi, successivi. Presenti anche le scuderie e le gallerie angioine. Si sale poi al piano superiore, grazie ad una scalinata coperta, e ci si trova dinanzi alle sale del cosiddetto “palazzo vecchio”, che furono residenza dei baroni che vivevano nelle venti stanze che lo compongono. Salendo le scale si nota anche la cappella della Maddalena.
Veronica
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