I siti patrimonio dell’umanità UNESCO nel Turkmenistan
Di Nicoletta A.Oggi vi portiamo in Asia Centrale, precisamente nel Turkmenistan, una mèta decisamente insolita ma stimolante, nel territorio che nell’antichità si chiamava Battria-Margiana. Il paese riserva un originale mix di bellezze naturali e retaggi del passato, dai Turkmeni del 5000 a.C. alla relativamente recente dominazione sovietica. Di solito l’itinerario viene abbinato a un viaggio in Uzbekistan o nell’Azerbaigian e comprende almeno tre tappe obbligate: i siti tutelati dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità:
* Le rovine di Kunya-Urgench, nel nord-ovest del paese, al confine con l’Uzbekistan, dove hanno lasciato tracce arabi, Selgiuchidi, mongoli e Timuridi. Ma fu sopratutto dopo la liberazione dal dominio selgiuchide alla fine del XII secolo che lo stato controllato dalla città di Kunya-Urgench raggiunse la massima espansione, dal mar Caspio fino al golfo Persico. La ricchezza del regno era basata essenzialmente su un’agricoltura molto prospera, grazie a tecniche di irrigazione avanzatissime per l’epoca. Oltre al cotone e al riso, alla frutta e alla vite, venivano coltivati l’orzo e il frumento. Al periodo intorno al 1200 risalgono alcuni interessanti edifici, come il mausoleo del sultano Tekesh (nella foto), caratterizzato da una cupola conica a doppio guscio rivestita di piastrelle in maiolica e la cui base è suddivisa in 24 nicchie.
Il minareto di Kutlug Timur (XII-XIII secolo), di 60 metri, è il più alto dell’Asia centrale ed è visibile da molti kilometri di distanza.
Nel 1220 i mongoli di Gengis Khan devastarono tutta la regione e anche la città di Kunya-Urgench fu distrutta. Trascorsero solo pochi anni prima che la città, con nuovi abitanti, potesse ritornare al rango di capitale. Fra gli edifici meglio conservati risalenti a quest’epoca è da annoverare la tomba-moschea fatta costruire da un governatore del khan uzbeko per la sua moglie preferita, anche nota come mausoleo di Turabek-Khanum. La costruzione è ottogonale, ha un’anticamera sovrastata da una volta riccamente decorata, mentre la cupola interna dell’edificio principale è ricca di fregi artisticamente lavorati con un particolare e raffinato motivo a rete, che ricorda un cielo stellato.
* Le rovine di Merv, una città-oasi nel deserto di Karakum che fu un importante centro commerciale lungo la Via della Seta e in diversi vari della sua storia rivestì anche una notevole importanza politica. Merv, già citata negli antichi testi persiani con il nome di Mouru o Margu, fu la sede del governatore persiano all’epoca della dinastia degli Achemenidi; nel IV secolo a.C. fu conquistata da Alessandro Magno. Nel VII secolo, sotto il dominio arabo la città, posta lungo la Via della Seta, venne ricostruita e, in quanto capitale del regno del Chorasan, fu il centro da cui prese avvio l’espansione islamica in Asia centrale e, più tardi, verso la Cina. All’epoca della dinastia degli Abbasidi (750–1258), Merv divenne anche un importante centro culturale, capace di attirare filosofi da tutto il mondo islamico.
La città raggiunse l’apice dello sviluppo nel XII secolo sotto il sultano selgiuchide Sangiar e i suoi successori, che ampliarono Merv fino a farla divenire una grande capitale, circondandola anche di fortificazioni. La sua fioritura fu però breve, perché nel 1221 i mongoli conquistarono e distrussero la città. Uno degli edifici più importanti, rimasto nei secoli, è il mausoleo di Sangiar, del XII secolo ma ancora ben conservato. Rimangono poi le rovine di alcune mura dell’antico palazzo-fortezza di Kyz Kala.
* La fortezza parta di Nisa (nella foto), a soli 10 chilometri dalla capitale turkmena Ashgabat, è un sito dove (solo negli anni ’30 del secolo scorso) sono stati riportati alla luce numerosi edifici, templi, ricche decorazioni, sculture e oggetti d’uso comune ma artisticamente lavorati.
La fortezza di Nisa era suddivisa tra le due cittadelle di Nisa Vecchia – situata a est, con una fortezza reale – e Nisa Nuova, dove viveva la maggior parte della popolazione. Nisa Vecchia è un insieme di rovine che si estendono su una collina per circa 14 ettari. È circondata da una cinta di mura fortificate con più di 40 torri. Nel complesso situato a nord sono state ritrovate statue di marmo, recipienti per bere in avorio e i frammenti di un trono. Nel complesso centrale furono scoperti cinque edifici importanti. Il più grande di questi è ampio ben 1000 m² ed è suddiviso in saloni rettangolari, in alcuni dei quali sono stati rinvenuti resti di pitture murali. Anche Nisa Nuova era circondata da mura alte fino a nove metri. Negli scavi si possono distinguere le varie fasi di insediamento. Dopo la caduta del regno dei parti nel 224 la città continuò a vivere finché non fu rasa al suolo dai mongoli nel XII secolo.
Commenta o partecipa alla discussione
Non avrei mai immaginato di trovare cose del genere in questa terra..