I colori, i profumi e i sapori della Provenza
Di Nicoletta A.Il cielo blu cobalto, le nuvole spazzate via dal mistral che soffia sempre forte. Colori e aromi spiccati: questa è la Provenza, un’antica provincia del sud della Francia, da secoli terra di ispirazione per letterati e artisti di tutto il mondo. Dalla Costa Azzurra al massiccio del Luberon, al Parco Naturale del Verdon, fino alle foci del Rodano in Camargue, le varie regioni della Provenza – che qualcuno ha giustamente definito come “una regione con la testa tra le Alpi e i piedi nel Mediterraneo” – consentono di conoscere culture e storie diverse.
La cosa più difficile in Provenza è scegliere che cosa fare, dove indirizzare l’attenzione quando sono presenti così tanti stimoli e richiami: natura, arte, offerta culturale, musica. La regione è vasta e l’auto è assolutamente necessaria per percorrerla, magari lasciandosi guidare dal profumo. Beh, forse l’espressione è esagerata. Quel che è certo è che in Provenza bisogna guidare lentamente, possibilmente non durante il weekend. Per dare il meglio di sé le vie della Provenza devono essere avvolte di tranquillità.
I colori della natura provenzale sono quelli di ulivi, vigneti, cipressi; e soprattutto campi di lavanda, nei quali d’estate frugano le api. Come i colori, anche i profumi della Provenza inebriano i sensi e restano del cuore: ci vengono in mente il rosso fuggine dell’ocra, l’azzurro profondo del cielo e del mare, il bianco delle colline calcaree e delle calanques, ma soprattutto il viola dei campi di lavanda nei mesi di luglio e agosto, vero emblema della regione.
Dal punto di vista enogastronomico: si tratta di un territorio che ha fatto della cura del cibo una delle sue ricchezze. La cucina provenzale risponde benissimo alle più moderne teorie alimentari, con ricette leggere a base di ingredienti poveri, ampio uso di verdura e pesce. Squisiti pani di ogni tipo, al sesamo, ai semi di papavero e le classiche baguette. Onnipresente l’aglio, del quale si dice che la regione sia “strofinata”. Un culto che trova la sua massima espressione nell’aioli, una potente maionese che secondo alcuni tiene anche lontane le mosche… Alcune delle specialità che troverete solo qui sono la passiladière, una torta di cipolle guarnita con acciughe, i carciofi à la barigoule (con lardo e verdure), le tapenades, ovvero delle salse a base d’olio d’oliva, le brindilles (salsicce di manzo e maiale aromatizzate con varie spezie e lasciate seccare). Si tenga presente che in Provenza ha sede il maggior numero di ristoranti stellati di Francia, forse anche perché la riviera è stata la meta mondana del jet set internazionale. Ma anche le trattorie dei camminionisti e i restò familiari sono sempre una piacevole esperienza.
Il pastis è la bevanda regionale della Provenza, a base di essenza di anice stellato, inventata nel XIX secolo da François Pernod ad Avignone. Attenzione: è meno leggero e innocuo di quanto si pensi!
Straordinariamente numerosi e ben conservati i molti resti della civiltà romana, da Arles a Nîmes a Orange al Pont du Gard. In questa regione, in poche decine di chilometri quadrati si ritrovano quattro siti Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, una concentrazione unica al mondo. Seguendo i link potrete conoscerne i dettagli.
In tutti i casi i monumenti fanno perfettamente parte dell’incanto della regione, tanto da essere ancora usati per gli scopi per cui erano stati eretti: rappresentazioni teatrali a Orange, corride ad Arles e Nîmes, senza contare il festival teatrale di Avignone. Infatti la Provenza è anche nota per i suoi numerosi festival, tutti allestiti in cornici stupende. Ai calendari ufficiali si aggiungono i “concerti” provenzali più tipici, quelli delle cicale, che d’estate non si danno mai tregua.
Nelle Alpi della Haute Provence il visitatore è continuamente sorpreso da scorci paesaggio dai che hanno alimentato l’ispirazione di innumerevoli artisti, tra cui spiccano Van Gogh, Cézanne (che nacque a Aix-en-Provence), Chagall, Max Ernst e Picasso. Non c’è da stupirsi se gli amanti della pittura provenienti da tutto il mondo siano anche oggi assidui frequentatori della regione.
Una passione tipicamente provenzale è quella dei mercatini: non c’è borgo o città in cui non ci sia un mercato settimanale, sicuramente uno per ogni giorno della settimana, in tutti i mesi dell’anno e per ogni tipo di articolo. Questo è sicuramente uno dei riti più cari ai provenzali che qui fanno vita sociale e senza alcuna fretta scelgono i propri acquisti. Nei mercati si trova di tutto: frutta e verdura fresche, pesce, salumi funghi, formaggi (soprattutto il chèvre), tutto di prima scelta. Tanti fiori, aromi di Provenza (il mix di spezie locali), saponi di Marsiglia, olio, vino, la lavanda declinata in ogni tipo di cosmetico e profumo. Ci sono mercati di contadini, mercati rionali coperti (les halles) e mercati notturni, che iniziano dopo le sei di sera. Molto frequente trovare anche i negozi di antiquariato, perché qui il brocantage e il bric-à-brac sono una cosa molto seria. E raramente nei mercati manca della buona musica.
Va detto che i provenzali sono gente forte, amichevole ed estroversa, sempre prodiga di tempo e di consigli. Non sarà difficile incontrarli nei café che esistono in ogni villaggio: qui il caffè vi sarà servito in bicchieri di vetro.
In Provenza si possono dunque scegliere itinerari diversi: per esempio per castelli, per mercatini, seguendo le antiche strade romane (la Via Aurelia e la Via Domitia) sulle tracce dei pittori importanti. E la sera, rifugiarsi in un albergo di charme, in un gîte o in un’elegante bastide (residenza fortificata). Ci sono centinaia di manieri trasformati in relais oppure abitati da nobili famiglie che mettono a disposizione degli ospiti alcune stanze a prezzi ragionevoli. Di qualunque livello siano, gli alberghi della Provenza sono caratterizzati da una cucina di alto livello.
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