Un giorno a Palermo: itinerario in 5 tappe improntato allo stile liberty
Di Nicoletta A.La città di Palermo è un vero e proprio caleidoscopio di arte, storia e cultura. Tra quartieri medievali, architetture monumentali e prospettive arabe e cupole barocche passeggiare per le strade della città è come fare un viaggio nei secoli. Anche lo stile Liberty di inizio Novecento è molto ben rappresentato, da numerosi edifici e residenze affacciate sul mare. Oggi vi proponiamo un percorso in cinque tappe con le testimonianze rimaste del periodo in cui il capoluogo siciliano fu sede di un risveglio di iniziative culturali e architettoniche.
Partiamo con il Chiosco Ribaudo, dove si potevano gustare delle granite da sogno. Un tempo luogo per la vendita di bevande refrigeranti, il chiosco fu realizzato da Ernesto Basile nel 1887. E’ molto particolare per l’abbinamento tra ferro battuto e muratura e per gli elementi decorativi con particolari accoppiamenti cromatici.
Passiamo poi al Teatro Massimo, il maggiore edificio teatrale d’Italia e uno dei più grandi d’Europa. I lavori per la sua costruzione furono diretti da Giovan Battista ed Ernesto Basile, che realizzarono un’opera maestosa in stile neoclassico. Il teatro fu inaugurato con una rappresentazione del Falstaff di Verdi nel 1897 che registrò un tale successo da garantire il tutto esaurito per l’intera stagione.
Terza tappa del nostro itinerario è il Parco della Favorita, vero e proprio polmone verde della città, fu voluto da Ferdinando III di Borbone che fece del parco una riserva di caccia e pesca e una villa per ristorarsi dal caldo cittadino. All’interno del giardino si trova anche la Palazzina Cinese, dimora di Ferdinando IV durante il suo esilio forzato.
Passiamo poi ad ammirare Villa Igiea (nella foto), oggi sede del Grand Hotel, fu commissionata dalla famiglia Florio nel 1908 a Ernesto Basile, uno dei maggiori esponenti dell’Art Nouveau palermitano. Ancora oggi vi si possono ammirare gli arredi e le decorazioni in stile Liberty, come il Salone del Basile con affreschi di De Maria Bergler, uno dei più illustri pittori del periodo.
Terminiamo appena fuori dalla città, con un salto a Mondello, ai piedi del Monte Pellegrino. Tutta la cittadina è un gioiello della Belle Epoque e si sviluppò proprio all’inizio del secolo scorso con la diffusione della moda della “villeggiatura” che portò alla costruzione di centinaia di dimore in stile liberty le più belle delle quali sono Villino Tasca, Villino d’Almerita, Vilino Sofia, Villino Barresi e Villino Lentini.
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