Costarica: il paese di reggae, vulcani e orchidee
Di Nicoletta A.Il Costarica è un paese che rappresenta l’America Latina come la idealizza chi non c’è mai stato: foreste tropicali di ogni tipo, atmosfera pacifica, gente ospitale, buon tenore di vita. In effetti, proprio questo si prova quando si passeggia per le strade tranquille, pulite e ordinate della capitale San José. In effetti, dopo la guerra civile del 1949 la nazione ha abolito l’esercito. E dopo decenni di dissipazione del patrimonio naturale di foreste per farne piantagioni, colture intensive e impianti estrattivi, negli ultimi anni ha ripreso a tutelare il territorio, creando così tanti parchi nazionali e aree protette da coprire più del 25% della superficie del paese. Una straordinaria varietà di ambienti che vanno dalla savana alla barriera corallina, dalle aree umide costiere agli ambienti vulcanici, dalle conifere alla foresta nebulare sulle pendici della Cordillera. E così quest’anno il Costarica si è guadagnato il titolo di paese più “green” al mondo, poiché ha prodotto il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili.
La popolazione del Costarica è un misto di etnie diverse: i neri caraibici, stabiliti soprattutto sulla costa atlantica nei dintorni di Puerto Limon offrono un turismo rilassato fatto di musica reggae, acconciature rasta, spiagge bianchissime, ristorantini. C’è una numerosa comunità ebraica e una quacchera, trasferitasi negli anni 50 dall’Alabama nella zona della Cordillera de Tilaran, quella in cui si trova la riserva biologia di Monteverde, caratterizzata da fitte nebbie, piante altissime, ponti sospesi e la presenza del rarissimo uccello tropicale del Quetzal, a noi noto per la mitologia dei Maya e degli Aztechi. Poi ovviamente ci sono anche gli indios, circa l’1% della popolazione, suddivisa in 9 gruppi principali che vivono in una ventina di riserve e sono protetti da un’apposita legge che proibisce l’acquisto e lo sfruttamento delle loro terre.
Il Costarica non offre i fasti architettonici di altri paesi latinoamericani come Messico, Guatemala e Honduras, ma è una terra molto affascinante. Nella capitale il Museo del oro precolombino offre un ritratto particolareggiato ed empatico della storia indigena, senza alcuno sconto alla “civilizzazione” portata dagli europei. Per il resto, il visitatore non potrà che apprezzare un luogo dove gli ananas si raccolgono ovunque, anche per terra, dove in ogni momento si può vedere una scimmietta, un colibrì, un ara, dove si può fare il bagno nelle fonti termali nei pressi dei vulcani e dove è possibile scegliere tra 1500 specie diverse di orchidee autoctone.
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