Consigli (semi-seri) per un viaggio in Finlandia
Di Nicoletta A.La Finlandia è sicuramente uno dei paesi più belli del mondo. Ma per visitarla è meglio essere ben preparati – e su vari fronti. In fondo, dei finlandesi noi italiani sappiamo pochissime cose: che masticano sempre i chewing-gum allo xilitolo, che producono i telefonini Nokia, che mangiano la carne di renna, che sono talmente abituati al freddo da usare i frigoriferi come termosifoni. Ma poco di più.
Ecco allora qualche consiglio utile da parte di chi è già stato in Finlandia.
Partiamo dalla lingua: magari siete stati in tanti paesi del mondo e avete imparato a dedurre il significato delle scritte più comuni o qualche parola pronunciata dagli indigeni. In Finlandia questo non succederà: scordatevelo! Al massimo riuscirete a riconoscere la parola TAKSI – assai utile, bisogna dire – ma sarà l’unica.
Un sagace giornalista inglese ha immaginato che questa misteriosa lingua sia nata in questo modo: un comitato di finlandesi ha ascoltato con attenzione e per vari anni tutte le lingue d’Europa e poi ha inventato un idioma a se stante in base a tre regole ferree:
1. Nessuna parola sarà neppure lontanamente somigliante a un equivalente in qualsiasi altra lingua;
2. La lettera K sarà la preferita: ogni parola ne dovrà contenere almeno una, ma è preferibile che ne contenga sei o sette, come nella parola KUKKARUUKKU (che significa “vaso da fiori”);
3. Ogni finlandese ha il diritto di aggiungere decorazioni alle parole piazzando puntini a piacere sopra le vocali, come nell’espressione “Hyvää pääsiäistä”, che vuol dire “buona Pasqua”.
La sintesi di tutte queste norme di costruzione del linguaggio è rappresentata egregiamente dal nome di una delle città più importanti del paese, Jyväskylä, capace di far spuntare i brufoli a qualunque lettore italiano. Infatti, pur essendo una gran bella città, la maggior parte dei turisti evita accuratamente di visitarla perché ha paura di non riuscire a pronunciarne il nome. Meglio limitarsi alle più “umane” Helsinki e Turku!
Ma eccovi un vocabolario minimo che vi permetterà di sopravvivere in Finlandia in caso di estrema difficoltà:
Gabinetto = ULKOHUONE
Telefono = PUHELIN
Informazioni = OPISTO
Negozio = KAUPA
Centro città = KESKUSTA
Minestra = KEITTO
Grazie = KIITOS
Ma veniamo al passatempo preferito dai finlandesi: la sauna. Sono migliaia di anni che i finnici cucinano se stessi più volte la settimana in una cabina piena di vapore ad altissima temperatura. La sauna tradizionale è composta da 5 elementi fondamentali:
1. Una stufa a legna sulla quale vengono riscaldate delle grosse pietre,
2. Un secchiello d’acqua con un mestolo dal lungo manico,
3. Una panca di legno a tre piani,
4. Vari mazzetti di rami di betulla provvisti di foglie,
5. Un termometro.
Di regola, la sauna inizia dopo una doccia fredda preliminare oppure dopo un temibile tuffo in un lago finlandese (ce ne sono ben 60.000!). I più fortunati (si fa per dire) si rotolano un po’ nella neve. Sempre nudi come vermi, ovviamente. Dopo di che si entra tremando come una foglia dentro la cabina, il cui termometro segna almeno 90° C (ma i finlandesi arrivano anche a 120°). I veterani vanno a sedersi sulle panche più alte, dove la temperatura raggiunge il suo picco. L’individuo seduto più vicino al secchiello rovescia con il mestolo un po’ di acqua sulla stufa arroventata. Non per abbassare la temperatura (si badi bene!), ma per alzarla di parecchio, poiché l’umidità non fa altro che aumentare la conduzione di calore nell’aria. Si viene così rapidamente avvolti da una nuvola di vapore, il termometro fa un balzo verso l’alto e tutti iniziano a sudare profusamente. Di solito, l’uomo con il mestolo in mano non è affatto contento del successo già ottenuto e continua a rovesciare abbondanti porzioni di acqua sulla stufa.
Dopo un po’ di tempo, la cottura delle persone è ottimale e ci si appresta a “chiudere i pori” (come dicono loro) con una bella doccia fredda. In realtà, uno, più che sentire la chiusura dei pori, ha l’impressione di chiudere gli occhi alla vita. Dopo di che ci si siede tutti insieme, avvolti in una salvietta, in un luogo aperto dove si “prende aria” sorseggiando qualche bevanda a scelta. Quest’ultimo è l’unico aspetto umano di tutto il processo-sauna.
Ma non abbiamo spiegato a che cosa servono i rami di betulla: in pratica sono una forma supplementare di tortura, nel caso il calore non fosse sufficiente a soddisfare il masochismo delle persone. In pratica, gli ospiti della cabina-sauna si flagellano a vicenda oppure fanno autofustigazione con questi rametti. Agli stranieri viene detto che ciò serve a “stimolare i capillari”!?
Le saune più moderne non sono più riscaldate a legna, ma da stufe elettriche. Potete immaginare quanto sia entusiasmante per noi poveri tapini stare seduti ad aspettare che qualcuno – in un’atmosfera umida già altamente conduttiva per l’elettricità – versi un po’ di acqua su una resistenza elettrica accesa!
In collaborazione con uffa.it.
Commenta o partecipa alla discussione