Che cosa vedere nel pittoresco borgo di Corinaldo (Ancona)
Di Nicoletta A.Corinaldo è entrato di diritto nell’elenco dei borghi più belli d’Italia. Un paesino medievale in provincia di Ancona che nasconde tanti tesori preziosi, sia nell’ambito sacro che in quello profano. Il suo nome deriva probabilmente dall’espressione “Curia di Rinaldo”, l’antico nome di origine longobarda assunto dal primo nucleo abitato in epoca alto-medievale. La sua lunga storia inizia intorno all’anno 1000 e brilla particolarmente intorno al 1517 quando viene elevato al rango di città da papa Leone X per aver resistito con fedeltà all’assedio del Duca di Urbino. Nelle Marche, Corinaldo è però simpaticamente noto come “il paese dei matti”: una fama che deriva dalla proverbiale scaltrezza e dalla gradevole follia dei cittadini di questo borgo estremamente vivo e vitale.
Magnificamente conservato, è un vero e proprio gioiello del 400 che si adagia sulle dolci colline marchigiane. Famoso soprattutto per un cinta muraria di oltre 900 metri che abbraccia tutto il centro storico e la scalinata chiamata La Piaggia che costituisce un po’ la spina dorsale del paese. Il punto più alto del centro storico è Piazza del Cassero, dove un tempo si trovava la rocca di cui oggi rimane soltanto la torre principale, su cui nel 600 fu eretta la Chiesa del Suffragio.
Al suo fianco la Chiesa dell’Addolorata, costruita tra 500 e 600. Questa chiesa è il santuario di Santa Maria Goretti, che nacque proprio qui a Corinaldo. Il suo interno è dominato da una grande pala d’altare, una delle ultime opere di Claudio Ridolfi. Molto elaborata la pavimentazione in cotto della chiesa, con un soffitto a cassettoni che ne riprende fedelmente la struttura artistica.
I torrioni e le mura di Corinaldo, che non sono mai state violate, sono i più imponenti e intatti di tutta la regione. La torre più alta è quella dello Sperone, alta ben 18 metri.
Un’altro edificio religioso importante è la Collegiata di San Francesco, fondata nel 1200 e rimaneggiata alla fine del 700. La sua facciata è incompiuta e contiene al suo interno varie opere pittoriche, tra cui due dipinti pregevoli di Claudio Ridolfi.
Ogni anno qui si svolge la Contesa del Pozzo della Polenta, cui partecipano centinaia di cittadini in costume e migliaia di turisti. L’evento rievoca una leggenda folkloristica secondo cui un contadino, salendo la famosa scalinata, si appoggiò a un pozzo con un sacco di farina di mais che finì per rovesciarsi al suo interno. Da questo fatto è nata la seconda nomea di Corinaldo come “paese di polentari”.
Oltre alle bellezze architettoniche, il territorio in cui è immerso Corinaldo offre anche squisiti prodotti agricoli enogastronomici, tra cui spiccano l’olio extravergine d’oliva e il rinomato vino verdicchio.
Commenta o partecipa alla discussione