Cap Corse: le tappe più importanti sul promontorio della Corsica a forma di dito
Di Nicoletta A.Capo Corso (che nel dialetto locale si chiama Capicorsu e in francese Cap Corse) è una lingua di terra lunga 40 chilometri e larga 10 alla cui base si trovano la città di Bastia e la cittadina di Saint Florent. Capo Corso è anche noto come “l’isola dentro l’isola” (isula inde l’isula) o le doigt de Dieu, perché nella forma ricorda un enorme dito che punta a Nord, verso Genova, sua antica padrona.
Il Cap Corse è un promontorio montuoso aspro e audace, a cui vale la pena di dedicare anche due giorni di esplorazione. L’itinerario costiero che vi consigliamo parte a ovest, da Bastia e raggiunge Saint-Florent in senso antiorario percorrendo la D80, anche detta la Corniche. Questa è una strada spettacolare, che si snoda su un percorso tutto a curve, tra scogliere, un’infinito numero di antiche torri di avvistamento genovese, borghi arroccati sulle alture e villaggi di pescatori adagiati sul mare. Il litorale orientale è più piatto, quello occidentale è invece più stretto e tortuoso, selvaggio e aggrappato ai monti, con speroni rocciosi, vedute su baie incontaminate e spiagge di ciottoli neri. Un percorso che è un continuo saliscendi tra montagna e mare.
Partendo da Bastia si incontrano Pietranera, Miomo ed Erbalunga, un borgo suggestivo dove è gradevole indugiare nel silenzio delle piazzette, dei vicoli e dei passaggi a volta tra le antiche case di pietra fino a raggiungere l’estremità del piccolo promontorio su cui si trovano le rovine di una torre di avvistamento genovese.
E’ poi la volta di Marine de Sisco, Marine de Porticciolo, Santa Severa, Marine di Meria e Macinaggio, nota località balneare su una affascinante baia: ha un porto molto attrezzato e una certa vocazione per il turismo di massa.
Da Macinaggio si può lasciare per qualche ora la strada principale scendere su stradine veramente poco agevoli verso Barcaggio, un luogo fuori dal tempo costituito da casette di pescatori e un manipolo di barche colorate. Qui siamo proprio all’estremità nord di capo Corso. Di fronte a noi si trova l’isolotto della Giraglia (foto qui sopra) che, visto dall’alto sembra un cetaceo intento a nuotare nelle acque del Mediterraneo. Importante centro per la pesca del corallo, la Giraglia presenta sull’estremità nord una torre quadrata genovese, su tre piano, costruita nel XVI secolo. Accanto alla torre, sul punto culminante dell’isola (66 m), nel 1848 venne costruito un faro, oggi telecontrollato da Bastia e ben visibile da Capraia e dall’Elba. Lo scoglio della Giraglia è molto noto ai velisti perché è il passaggio obbligato della più antica e appassionante regata d’altura del Mediterraneo, la Giraglia-Rolex Cup, che parte da Saint Tropez e arriva a Genova sfiorando la Corsica. Il mare della Giraglia è comunque tra le mete estive preferite sia dai velisti che dai pescatori alla traina.
Ritornando sulla Corniche, si incontrano Rogliano, situato a circa 250 m sul livello del mare: è un pittoresco assembramento di piccole frazioni immerse tra ulivi secolari e vigneti. Dal Col de la Serra e dal belvedere du Moulin Mattei si godono alcuni dei panorami più spettacolari in assoluto della costa, con una vista spettacolare vista sulla baia del porto di Centuri a cui si arriva con una piccola deviazione di 4 chilometri imboccando una strada tutta curve. Ma ne vale la pena: Centuri è una sosta più che gradevole. Porto di pescatori situato in un fiordo che ha di fronte un isolotto fortificato, è un piccolo gioiello che vive di turismo e di pesca. Questo è il regno dell’aragosta, specialità che non manca mai sulle tavole dei numerosi ristoranti affacciati sul suggestivo porticciolo in pietra.
Risalendo di nuovo sulla D80, si superano con un percorso assai tortuoso Pino, Minerbio, Marine de Giottani e la Punta di Canelle, si costeggiano le miniere di amianto abbandonate di Albo e possibilmente ci si ferma almeno qualche minuto per scattare foto sulla bella insenatura di Marine de Albo.
Fino a giungere alla bella Nonza, una delle località più note di tutta l’isola. Nonza (nella foto qui sopra), il cui nome significa annunciatore poiché il paese aveva un ruolo di sentinella sul mare grazie alla sua posizione strategica, è un borgo aggrappato a 150 metri di altezza su un promontorio a strapiombo, con antiche case dai tetti di pietra grigia e facciate di colori pastello e sovrastato da una torre difensiva genovese di scisto verde. Da qui ci si affaccia su una spiaggia di ciottoli grigi e neri. Il mare si raggiunge scendendo un sentiero di 260 scalini che parte dalla chiesa.
Dopo Nonza si tocca ancora Marine de Negru per arrivare finalmente a Saint-Florent (qui sopra), un’elegante cittadina accoccolata alla sinistra della base del “dito” di Cap Corse, sul lato opposto rispetto a Bastia. San Fiurenzu, come la chiamano i corsi, è situata su un minuscolo promontorio calcareo dominato dalla Cittadella cinquecentesca genovese. Come dimostrano gli yacht attraccati nel marina, qui si trova una mondanità elegante, ma discreta e rilassata. A terra, tutti a passeggio nella zona pedonale, un borgo dall’atmosfera raffinata tutto raccolto intorno al porto turistico. Con qualche passo in più si arriva alla cittadella, costruita nel 400 dai genovesi e al belvedere con un panorama meraviglioso. Le spiagge più belle sono la Plage de la Roya, raggiungibile anche a piedi dal centro, e caratterizzata dalla sabbia rossa. In barca, partendo ogni mattina dal porticciolo, si può invece puntare per la spiaggia selvaggia del Désert des Agriates (un deserto singolare che si estende per 15.000 ettari, un territorio ricco di verde, di paludi e corsi d’acqua attraversato da piccoli sentieri che in passato fu una sorta di grande granaio per Genova). Oppure per la spiaggia bianca di Etang de Loto o la spiaggia di Saleccia, dove il profumo della macchia mediterranea arriva fino al mare. La sera, sulla piazza centrale, si cena nei ristoranti all’aperto, preferibilmente crostacei, grigliate di pesce o gli speziati salumi corsi.
Da Bastia è anche possibile raggiungere Saint-Florent direttamente scavalcando la dorsale di Cap Corse passando il valico del Col de Teghime, tenendo presente che, anche se si tratta solo di 24 kilometri e il panorama è splendido, i percorsi nell’inebriante maquis sono estremamente tortuosi.
All’estremo nord di capo Corso si può invece percorrere a piedi il Sentiero dei doganieri, che si snoda tra distese di mirto e scogliere presidiate da antiche torri di guardia, tra dune e falesie a terrazzo sul tirreno. Il sentiero si chiama così perché lo percorrevano i doganieri per sorvegliare il litorale e ostacolare il contrabbando su queste rotte. Si parte da Bastia e si percorrono 39 km in auto fino a Macinaggio, poi si inizia a camminare fino a raggiungere la Marina di Centuri. Occorrono due giorni, dormendo nelle chambres d’hotes di Barcaggio, che è più o meno a metà strada: infatti lungo il percorso è vietato bivaccare, fare campeggio e accendere fuochi. Grazie a questo itinerario possono ammirare da vicino le isole Finocchiarola, Giraglia e Capense, ma non fare il bagno né pescare in un raggio di 200 metri intorno ad esse.
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