Calasetta: colori, profumi e sapori del Sulcis, in Sardegna

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Chi ha detto che per vedere la Sardegna bisogna essere dei Paperoni? Basta scegliere un periodo di bassa stagione, dei voli a basso costo (come quelli di eDreams) e soggiornare in località che non rientrino nei circuiti di massa. Oggi ad esempio vogliamo portarvi nel Sulcis, un territorio non lontano da Cagliari che nei secoli è stato arricchito dal contatto con culture molto diverse beneficiandone sotto vari aspetti. Una zona che potenzialmente potrebbe diventare un polo di attrazione dei vacanzieri, ma purtroppo al momento è nota più che altro per le vicende legate alla crisi del settore minerario.

Per la precisione, ci concentriamo su Calasetta, un pittoresco borgo panoramico ubicato sull’isola di Sant’Antioco dell’arcipelago del Sulcis. Il minuscolo comune ha un aspetto quasi orientale per via delle case imbiancate con calce disposte in vie regolari. Il bianco della cittadina si staglia sullo sfondo azzurro del cielo e dello splendido mare, sulle falesie chiare e sul verde dei ginepri delle spiagge e delle calette. I suoi abitanti discendono in parte da una colonia di liguri arrivata qui nel 700 dopo aver vissuto sulle coste tunisine, così quelli come la vicina Carloforte sull’isola di San Pietro: la lingua che si parla in entrambi i centri è il tabarchino, dal nome dell’isola tunisina di Tabarka.

Calasetta è centro di produzione di vino pregiato, il Carignano, derivato da vigne secolari e in grado di competere con i più grandi vini del mondo. La più nota tra le specialità di Calasetta è u cascà, un piatto unico molto simile al cuscus che si prepara in varie zone del Mediterraneo. Semola di grano duro cotta nella vaporiera e condita con uno spezzatino di carne di maiale o pesce, spezie e verdure aromatiche.

Sull’isola di Sant’Antioco e nell’omonimo comune che con Calasetta ne spartisce il territorio si possono visitare il villaggio ipogeo costruito secoli fa per difendersi dagli attacchi dei pirati: oggi è un museo etnografico che espone gli attrezzi usati dagli artigiani fino agli anni ’50. Sulla costa la vecchia tonnara ci ricorda quanto è importante per l’economia del luogo la pesca del tonno.


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