Archeologia industriale a Crespi d’Adda
Di Nicoletta A.Mai sentito parlare di archeologia industriale? Semplificando molto, si può dire che è una disciplina indirizzata alla conservazione, al riuso, alla riscoperta e alla valorizzazione dei beni immobili e culturali relativi alla storia dell’industria e del lavoro industriale. Quindi il tentativo di recuperare fabbricati industriali, macchinari, infrastrutture, abitazioni operaie che, dopo essere stati a lungo un luogo di attività produttive, versano oggi nel più completo abbandono. Negli ultimi decenni si è avviato anche nel nostro paese un processo di sensibilizzazione ai temi dell’archeologia industriale. Uno dei luoghi simbolo di questo interesse è il Villaggio Crespi, situato in provincia di Bergamo, lungo la riva del fiume Adda.
Fu costruito in una frazione di Capriate San Gervasio verso la fine dell’800 dagli industriali cotonieri Crespi. In pratica è una vera e propria cittadina creata per i dipendenti dello stabilimento tessile. Ai tempi era una sorta di microcosmo autosufficiente che offriva ai propri abitanti tutto il necessario per vivere: ospedale, negozi, piscina, teatro, scuola, chiesa e perfino il cimitero. Ogni dipendente aveva a disposizione una sua casetta dotata di orto e giardino. Le abitazioni erano a tipologia gerarchicamente differenziata per operai, tecnici e dirigenti.
A testimonianza della bellezza e del valore intrinseco del luogo valga il fatto che nel 1995 il Villaggio Crespi è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO.
La fabbrica, vero cuore pulsante del villaggio è rimasta in funzione fino al 2004. Oggi il villaggio, in parte abitato dai discendenti degli operai, è ancora perfettamente conservato ed è visitabile dai turisti. La grande sfida è mantenere vivo questo patrimonio e visitarlo è un modo per contribuire attivamente. Qui tutte le informazioni del caso.
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