Sei nazioni, quando il rugby vuol dire turismo

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rugby sei nazioni

La palla ovale veicolo di cultura, turismo e tradizioni differenti. Il Sei Nazioni è un appuntamento fisso, che coinvolge sempre più persone in giro per l’Europa. Non solo appassionati di rugby, ma anche curiosi che frequentano gli stadi e restano fortemente colpiti dal coinvolgimento e dall’atmosfera che probabilmente solo la palla ovale riesce a dare. Non è solo questione di sport, di fede sportiva, di vittoria del team per cui si simpatizza.

Il Sei Nazioni è terzo tempo, è familiarizzare con i tifosi della fazione avversa che hanno sfidato maltempo e distanze per essere presenti, è caricarsi con gli inni nazionali. Murrayfield, Aviva Stadium, Principality Stadium, Twickenham, Stade de France e Stadio Olimpico sono le tappe di questo speciale tour che emoziona ed appassiona. Ogni anno sono migliaia gli europei che trascorrono le giornate del Sei Nazioni lontano da casa. Il rugby è diventato un trend, un movimento capace di creare indotto anche ai tessuti cittadini, di abbinare una giornata di sport con una visita turistica.

La “tana” della Scozia è il “Murrayfield” di Edimburgo, struttura che può ospitare fino a 67.800 spettatori, un numero considerevole di posti a sedere. Edimburgo è tra le città meno costose, visto che per un pacchetto completo si spendono circa 168 euro per una due giorni all’insegna del rugby.

Spostandoci di qualche chilometro più a sud, si arriva a Dublino, sulle rovine del “Lansdowne Road” si erge il primo impianto per capienza dell’Irlanda non dedicato agli sport gaelici. La Dublin Aviva Arena può ospitare fino a 51.700 spettatori. L’Irlanda resta la meta più alla portata di ogni tasca, con costi che partono da 163 euro.

Restando nel Regno Unito, il trionfo dell’atmosfera rugbistica è il mantra del Principality Stadium, meglio conosciuto come il Millenium Stadium. In Galles a Cardiff il costo della trasferta, escludendo i prezzi dei biglietti, si spenderanno meno di 170 euro per la trasferta.

Chiude il tour degli stadi britannici lo stadio che è stato ribattezzato “La cattedrale del rugby”. A pochi passi dal Tamigi, sorge lo spettacolare Twickenham Stadium, che può ospitare anche 82.000 tifosi. Chi sceglie l’Inghilterra per la propria trasferta all’insegna del terzo tempo non rimarrà certo deluso dallo spettacolo: dal punto di vista turistico, Londra offre tante attrazioni, ma si distingue per i costi più alti dell’intero lotto.

Oltrepassando la Manica, il tour si ferma a Parigi. Nel quartiere di Saint-Denis si erge lo stadio più grande dell’intera nazione. Lo “Stade de France” è stato inaugurato nel 1998 con il campionato del mondo di calcio e il trionfo dei “galletti” guidati da Zidane, ma da allora ospita sia la nazionale maggiore di calcio sia i “cugini” del rugby. La struttura può ospitare fino a 81.338 spettatori. Parigi offre però poche opzioni economiche, soprattutto per quel che concerne gli hotel, ma la sua media resta comunque inferiore a quella di Londra.

Si ferma invece a 72.698 posti a sedere lo Stadio Olimpico di Roma, teatro dei match casalinghi di Roma e Lazio e di una tappa del Golden Gala. Con il rugby, la capitale romana ha un rapporto “controverso”. Flaminio e Olimpico ospitano ben volentieri il movimento turistico generato dalla palla ovale, anche in considerazione dei prezzi alla portata di tutti. Le bellezze artistiche di Roma fanno il resto, rendendo l’Italia una delle mete preferite per le tifoserie ospiti. Roma resta la meta preferita dei tifosi, con il suo mix di sport, tradizioni e cultura.

Per il programma aggiornato delle gare consultare il sito ufficiale del Torneo Sei Nazioni.


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