Visita all’Abbazia di Chiaravalle (Milano): tra arte ed eresia
Di Erica VenturaDi fondazione cistercense, l’abbazia di Chiaravalle è tra le maggiori attrattive del territorio intorno a Milano. Sorge tra il quartiere Vigentino e Rogoredo.
L’ordine cistercense fu fondato in Francia nel 1097 e imponeva ai seguaci la rigorosa osservanza della regola di San Benedetto; alle principali abbazie francesi dell’ordine seguirono numerose altre tra cui quella di Morimondo e di Chiaravalle.
Il progetto primitivo, realizzato secondo il volere di Bernardo di Clairvaux, è sostituito a metà del XII secolo con una nuova costruzione, consacrata nel 1221. Ecco come appare oggi: la facciata è a capanna, aperta in alto da un oculo e una bifora, e il portale centrale romanico è preceduto da un portico, affiancato dai portali minori dei quali si conservano solo dei resti.
La navata centrale è divisa in quattro campate, raddoppiate nelle due laterali. Sulle pareti spiccano numerosi affreschi e pannelli dipinti con scene connesse a San Bernardo e all’ordine cistercense, realizzati da artisti di scuola lombarda ed emiliana: Bernardino Luini, Daniele Crespi, i Fiammenghini.
Caratteristica dell’edificio è la torre nolare, alta 52 metri sopra il tiburio ed eretta tra il 1329 e il 1340 in forma poligonale, animata da bifore e logge su colonnine.
L’edificio è legato, come è noto, alla vicenda di Guglielma di Chiaravalle, detta la Boema: intorno al 1300 i suoi resti, sepolti all’interno del luogo di culto, furono esumati e bruciati a opera dell’inquisizione che voleva mettere fine a una “falsa” santità.
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