Il fascino di Paestum e dei suoi imponenti templi greci
Di Nicoletta A.Anche se pare inverosimile, in molte città della Magna Grecia rimangono esempi di architettura greca conservati assai meglio che nella madrepatria. Il discorso vale sicuramente per la città di Paestum, che i greci chiamavano Poseidonia. Gli imponenti templi di questa città della valle del Sele, fondata nel VII sec. a.C. e ora appartenente al comune di Capaccio sono di fatto le più importanti testimonianze della cultura greca nella penisola italiana.
La zona archeologica è circondata da una cinta muraria a forma poligonale lunga 5 km, contiene i resti di tre grandi templi:
* La cosiddetta Basilica (foto in alto), che probabilmente fungeva da tempio di Hera, anche se per molto tempo fu attribuita a Nettuno. E’ il più antico dei tre edifici religiosi, risale infatti al V secolo a.C. e mostra caratteri arcaici nello stile.
* Il tempio di Poseidone o tempio di Nettuno (nella foto qui sopra), anch’esso in realtà dedicato a Hera, risale forse alla metà del V secolo a.C. ed è molto ben conservato.
* Il tempio di Athena, anche noto come tempio di Cerere, risale al 500 a.C. circa, ed è più piccolo degli altri due, oltre ad avere una struttura più semplice. Lo potete ammirare qui sotto in tutta la sua suggestività.
Oltre agli edifici di origine greca, nell’area esistono ancora i resti di templi romani, di un teatro greco e di un anfiteatro romano.
Lo scavo delle numerose e opulente necropoli ha poi permesso il recupero di tombe di straordinaria bellezza, come la Tomba del tuffatore, opera di grande finezza artistica. Forse attribuibile a un artigiano locale, che però certamente non era estraneo ai modi della pittura attica. Si tratta infatti di un eccezionale esempio di commistione fra culture diverse (di greco c’è l’arte e il simposio, di lucano l’abitudine di dipingere le tombe al loro interno). Quest’opera e numerosi altri reperti sono esposti nel Museo archeologico nazionale di Paestum.
Commenta o partecipa alla discussione