A Tirana tra passato e presente
Di Federica RuggieroCapitale dell’Albania del 1920, Tirana è una città che in questi anni – insieme alla sua nazione – sta vivendo uno sviluppo e una crescita enormi. Compatta, potremmo quasi dire, splendida da visitare a piedi. Anche se alcune delle migliori zone del suo centro storico sono state cementificate da uno sei più terribili regimi comunisti. Ma oggi, lentamente, la città si sta rifacendo il trucco tentando di staccarsi dal passato – e dai cliché cui i turisti “occidentali” spesso la legano – lasciandosi alle spalle i cattivi ricordi.
L’itinerario classico dei turisti inizia dall’importantissima Piazza Skendeberg, bellissimo spazio aperto completamente immerso nella città, dove sorgono la moschea di Ethem Bey e la sua Torre dell’Orologio. Questa svetta per ben 35 metri, fu costruita nel 1821-22, ed è oggi il simbolo della città. Un tempo al centro della piazza sorgeva una statua di Enver Hoxha, ma con la fine del regime comunista la statua è stata abbattuta e oggi al suo posto si trova un piccolo lunapark. Seguendo il corso del fiume Lana verso sud troviamo quello che una volta era il Museo, sempre dedicato a Hoxha – però oggi viene utilizzato solo saltuariamente e si pensa di convertirlo in discoteca – e poi ancora l’ultramodermo Palazzo del Congresso e il Museo archeologico. Ma, oltre alle esposizioni degli innumerevoli musei della città, la vera cultura del popolo albanese va scoperta nel Mercato centrale: colorato e rumoroso, è proprio qui che si entra a diretto contatto con i prodotti tipici delle terre albanesi, con i suoi cittadini (ognuno con proprie usanze e modi di fare), che ne fanno un vero e proprio museo a cielo aperto. Da non dimenticare la fervida vita notturna e la gran quantità di pub e caffé dislocati per le vie della città.
Insomma, un intreccio di tradizioni, culture e religioni che fa di Tirana un luogo pieno di fascino e – perché no – di mistero e curiosità. Certamente uscire da un passato come quello albanese non è semplice, ne tanto meno ci si aspetta che sia un passaggio rapido, ma quello che offre la città è già qualcosa di imperdibile.
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