Un emozionante viaggio nell’Oman, per turisti-pionieri
Di Nicoletta A.L’Oman, incastonato sulla costa orientale della Penisola Araba tra Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Yemen è il sultanato di uno degli uomini più ricchi del mondo, quel Qaboos Bin Said, che recentemente si è distinto a Palermo sia per lo sfoggio dell’enorme ricchezza in suo possesso che per la sua notevole generosità.
Si tratta di un territorio costituito da deserto, altissime dune, pittoresche montagne e splendide coste, che si estendono sia sul Golfo di Oman che sul Mare Arabico. Un paese dove le città ultramoderne si alternano ai villaggi d’argilla, le carovane di cammelli alle jeep e alle auto di lusso. Qui si punta al futuro senza dimenticare le tradizioni più vere, il passato e il futuro non sono particolarmente ansiosi di integrarsi.
L’Oman è una meta ideale per veri viaggiatori, quelli che non hanno paura di avventurarsi là dove il turismo di massa non è ancora giunto. Ma è solo una questione di tempo, perché prima o poi la gente inizierà a scoprire il clima gradevole, gli hotel e i resort di lusso, dotati di ogni comfort immaginabile.
Il periodo ideale per visitare l’Oman va da metà ottobre a metà aprile, mentre i mesi estivi sono decisamente troppo caldi. Il clima varia da quello caldo-umido della fascia costiera a quello secco del deserto a quello decisamente freddo delle montagne più alte, con temperature che si avvicinano allo 0. Tra dicembre e gennaio il sud del paese è colpito dal monsone, che porta pioggia, foschia e improvvise piene dei torrenti stagionali.
Non si può non restare affascinati dall’abbigliamento degli uomini, la dishdasha, una tunica tradizionale, di un bianco abbagliante e lunga fino ai piedi. I ragazzi portano sulla testa copricapi piatti e ricamati che li identificano per tribù, mentre gli uomini più anziani indossano turbanti di lana, colorati o a fiorami. L’immagine delle donne è invece più inquietante: vestono l’abaya, una tunica nera che lascia scoperta soltanto la zona degli occhi e talvolta la bocca, ma sempre impreziosita da fili d’oro o perline sulle maniche. Le donne beduine si distinguono dalle altre per il velo dorato.
La capitale dell’Oman è Mascate (o Muscat), situata nel nord del paese in una zona di baie rocciose. Nessun turista la tralascia, anche se nella città si trovano pochi retaggi storici: soltanto due fortezze portoghesi del XVI secolo e un’antica casa nobiliare in cui oggi ha sede il museo Bait Al-Zubair, dove si possono ammirare armi, abiti e oggetti della vita quotidiana nell’antico Oman. La reggia del sultano è un edificio imponente risalente agli anni ’70, tutto blu e oro, una sorta di versione orientale dell’Art Déco europeo. L’immagine dell’Oman contemporaneo, un po’ maniaco della modernità, è data soprattutto dalla Grande Moschea – dove non si può fare a meno di notare uno sfavillante enorme lampadario di Swarovski – e dai nuovi quartieri residenziali della città.
Ma il vero incanto per il viaggiatore straniero è costituito dai villaggi sperduti, con le loro capanne d’argilla e i castelli, spesso abbandonati, ma pur sempre intrisi di storia e di fascino. Per esempio, qualche chilometro a nord della capitale si trova il villaggio di pescatori di Muttrah, dove si ha l’impressione di essere in un Oman più autentico, con molte case tradizionali, un pittoresco mercato del pesce e un antico suk che è un vero labirinto di colori, suoni e profumi.
La costa a est di Mascate è altrettanto genuina. Bisognerà percorrere più di 200 kilometri di strade sterrate per giungere a Qalhat, un’antica città portuale, nota in passato per le sue ricchezze e la splendida moschea. Oggi a Qalhat si trova soltanto una tomba misteriosa, che forse ospitò una principessa. E poi si prosegue per Sur, una magnifica spiaggia dove si può anche pernottare in tenda, risvegliandosi su un’immensa distesa sabbiosa, di fronte a un mare di un azzurro meraviglioso. Sur è un buon punto di partenza per esplorare le gole di Wadi Dayqah e soprattutto per addentrarsi nell’interno, verso l’altopiano di Nizwa. Quest’ultima era una città-roccaforte degli imam che dominavano con le armi sul centro dell’Oman. La città era difesa da un’enorme fortezza, con decine di torri di guardia, ma anche grandi portali di pietra scolpita di ottima fattura. Come ovunque, anche a Nizwa il suk esercita un’attrazione irresistibile: monili d’argento, armi di ogni tipo (che sono la vera passione di un popolo dal passato belligerante come quello degli omaniti), le infinite contrattazioni prima dell’acquisto tipiche dei paesi arabi.
Andando verso sud si attraverserà il deserto di Wahiba, uno spettacolo grandioso, capace di togliere il respiro a chi ha visto molti deserti.
All’estremo sud del paese si trova Salalah, nella provincia del Dhofar, una delle mete preferite dai turisti, soprattutto grazie alla sua spiaggia di sabbia bianchissima lunga ben 160 kilometri lungo la quale non è raro assistere a fruttuose e pittoresche battute di pesca. Un luogo perfetto per il relax, dove si possono ammirare aironi, fenicotteri, gabbiani che rasentano il mare oppure le immense lagune dei wadi (i letti dei torrenti in secca). Tutto questo con le montagne di Dhofar sullo sfondo. Un vero paradiso. Oltre alla costa che circonda Salalah (per esempio i villaggi di Mirbat, Sumharam, Mughsail), nella città vale anche la pena di visitare anche il coloratissimo suk e il mercato della frutta.
Per quanto riguarda le notizie pratiche, visitare l’Oman è necessario un visto, che vale per 30 giorni e deve essere utilizzato entro sei mesi dalla data del rilascio. Troverete altre informazioni ‘burocratiche’ su questa pagina.
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Questo è un viaggio che voglio fare.
Soprattutto Salalah, la spiaggia, il mercato della frutta, la natura…