Il Mar Morto: formazioni saline, fanghi e galleggiabilità estrema
Di Nicoletta A.Israele è una terra di cui si parla sempre di più dal punto di vista turistico. In effetti, anche se la sua tormentata storia religiosa e politica sembra prevalere, questa regione ha molto da offrire al visitatore. Oltre al volto sacro di luoghi come Gerusalemme, Nazaret, Betlemme (per citarne solo alcuni) e al volto profano ed edonista della giovane e creativa metropoli di Tel Aviv, per dire di conoscere davvero Israele bisogna scoprire anche la natura aspra e selvaggia dei deserti della Giudea e del Negev, i wadi (i letti pietrosi dei fiumi quasi sempre in secca), i canyon, il paesaggio lunare e le rovine di Massada e il soprattutto Mar Morto.
Oggi parliamo volentieri di quest’ultimo, un lago formato dal fiume Giordano dopo una lunga discesa in quella che è la depressione più profonda del mondo con i suoi quasi 400 metri sotto il livello del mare. Distante circa 100 chilometri da Gerusalemme, lungo 80 chilometri e largo 18, quello che la Bibbia chiamava “il Mare di Araba” o “il Mare Salato” è famoso soprattutto per le proprietà terapeutiche dei sali presenti nelle sue acque e nei fanghi. Pochi turisti resistono alla tentazione di bagnarsi nelle sue acque, e tutti sanno che a causa dell’altissima densità salina (25%), si galleggia anche stando seduti. L’esperienza è davvero unica nel suo genere, ma è necessaria qualche precauzione perché, nonostante il facile galleggiamento in acque tanto dense da sembrare oleose, la notevole salinità può irritare le parti più sensibili del viso. D’altronde, per le loro caratteristiche fisico-chimiche, le acque del Mar Morto hanno riconosciute virtù terapeutiche e sono particolarmente adatte alla cura di alcune malattie della pelle. Anche il clima secco e l’atmosfera ricca di ossigeno (nella depressione l’atmosfera ha un tasso di ossigeno superiore del 15% al normale) sono indicati per curare le malattie respiratorie.
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