Arles e altre attrattive della Camargue, in Provenza
Di Nicoletta A.Arles, maestosamente adagiata nella parte sudoccidentale della Provenza, è la città più importante della Camargue. Fondata da popolazioni liguri in una posizione strategica lungo il corso del Rodano, divenne colonia romana intorno al 46 a.C. con il nome di Arelate. Ancora oggi molte delle rovine romane sono praticamente intatte; insieme all’eleganza delle case provenzali di Arles, affascinano immediatamente il visitatore.
Tra le vestigia dell’antica civiltà latina – che le hanno valso l’inclusione nei siti patrimonio dell’umanità per l’UNESCO – brilla sicuramente il teatro romano, costruito sulla collina dell’Hauture alla fine del I secolo a.C. Si tratta di una testimonianza dell’importanza di Arles all’epoca dell’impero di Augusto ed è uno dei meglio conservati del periodo. Nel medioevo la costruzione fu tanto disprezzata da assumere la funzione di una cava. Fortunatamente nel 1946 iniziarono i lavori di restauro che lo riportarono all’antico splendore.
Pari dignità ha l’anfiteatro romano, conservato benissimo, più conosciuto con il nome di les Arènes, nel quale oggi vengono organizzate delle corride, che i francesi chiamano courses camarguaises.
Fra le costruzioni romane più antiche di Arles vi sono poi le gallerie sotterranee dei criptoportici sotto il foro. Le immense gallerie fungevano probabilmente da granaio. Risalgono invece alla tarda epoca romana le terme di Costantino sulla riva destra del Rodano, che erano inserite in un vasto complesso di palazzi.
La necropoli degli Alyscamps (un po’ fuori dalla città, sulla via Aurelia) ci dà un’idea di come si svolgevano le sepoltura in epoca precristiana e cristiana, grazie ai numerosi sarcofaghi molto ben conservati.
Accanto alle notevoli costruzioni dell’epoca romana, ve ne sono di relativamente più recenti. Tra queste spicca la cattedrale di Saint-Trophime, il cui corpo principale sorse tra l’XI e il XII secolo. Siamo davanti a una delle costruzioni più interessanti del romanico provenzale e a una riminiscenza del periodo di grande fioritura vissuto da Arles nell’alto medioevo.
Ma è praticamente impossibile parlare di Arles senza pensare a Vincent Van Gogh, che qui trascorse 15 mesi, uno dei periodi artisticamente per lui più prolifici, in cui dipinse più di 300 opere. E la città non l’ha dimenticato, poiché l’ombra del grande maestro è dappertutto. Molti turisti scelgono infatti un tour cittadino nei luoghi dell’artista: il Café Le Soir (in Place du Forum), l’attuale Café Van Gogh tinteggiato in un giallo inconfondibile, i giardini della Casa di Cura – oggi sede dell’Espace Van Gogh – dove il pittore fu ricoverato dopo il celebre taglio dell’orecchio.
Arles è anche importante per il festival della fotografia, che si svolge ogni anno nel mese di luglio, ed è considerato la più importante kermesse fotografica internazionale.
Come dicevamo sopra, il Rodano attraversa il centro di Arles. Superata la città comincia il delta del fiume e si entra nella Camargue, il cuore selvaggio della regione, nato dall’unione fra il Mediterraneo e il Rodano. Si tratta di una zona che, a differenza di Arles, non si offre, ma deve essere “domata”. I camarguesi DOC vivono infatti la loro terra cavalcando cavalli bianchi tra paludi, campi e canneti abitati da tori allo stato brado e circa 350 specie di uccelli tra cui i fenicotteri rosa. Questa terra selvaggia piacerà a chi ha tra voi il gusto dell’avventura e delle emozioni forti: sarà indimenticabile una passeggiata a cavallo sulle spiagge e nei terreni acquitrinosi per ammirare da vicino la fauna. Scoprirete una terra che vive al ritmo dei suoi tori e dei suoi cavalli bradi, ma anche della devozione con processioni a mare e immancabili corse di tori.
Quali altri centri si possono visitare in questa zona?
Poco lontano da Arles si trova Les Baux de Provence, un borgo abbarbicato su uno sperone di roccia dominato da un castello medievale su una distesa di oliveti e vigne. Un luogo quasi troppo pittoresco per essere vero e con una storia molto interessante. Dal suo nome viene infatti il termine bauxite, in minerale da cui si ricava l’alluminio, che infatti venne scoperto qui. In tempi recenti le vecchie cave di bauxite sono state trasformate in uno spazio espositivo ideato da Albert Plécy: la Cathédrale d’Images, un gigantesco spettacolo di diapositive a tema, proiettate sulle pareti calcaree. Il villaggio è una delle maggiori attrazioni della Francia, con un milione di turisti l’anno, tra cui molti VIP di fama internazionale.
Anche Saint Rémy de Provence, a pochi chilometri da Arles, vale la visita, soprattutto per ammirare le vestigia romane (mausoleo, arco trionfale e santuario di Glanum).
Da ricordare che Van Gogh fu rinchiuso nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul de Mausole, proprio qui a Saint Rémy, dove dipinse il celebre autoritratto. La struttura è parzialmente visitabile e possiede un bel chiostro romanico.
A Saint Rémy c’è una delle chocolateries più incredibili di Francia, in cui si producono cioccolatini alle erbe provenzali.
Da non perdere anche il mercato del mercoledì, dove si trovano tra l’altro squisiti formaggi di montagna e marmellate. In Place Favier, cuore nobile della città, la gente gioca solitamente a pétanque bevendo Pastis accompagnato da olive nere. Su questa stessa piazza il 23 di maggio si svolge la Fête de la transhumance, durante la quale almeno 3000 agnelli e pecore invadono la piazza. Ancora una testimonianza di quanto sia forte il legame che i provenzali hanno con gli animali e la natura in generale.
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