Le isole Ebridi interne: itinerario all’insegna della contemplazione
Di Nicoletta A.Pochi luoghi rimangono nel cuore dei visitatori come la Scozia, una regione indescrivibilmente bella e affascinante. Con particolare entusiasmo si ricordano le Ebridi, l’arcipelago di una bellezza spettacolare adagiato al largo della Scozia occidentale.
Le isole Ebridi sono piuttosto aride e la maggior parte di esse è priva d’alberi per effetto di un’usanza antica (e poco avveduta) per cui gli abitanti abbattevano gli alberi per vendere la legna sulla terraferma. Qui il vento soffia forte e bisogna dire che le giornate di maltempo sono decisamente più numerose di quelle soleggiate. Ma, perfino in una brutta giornata, il cielo può aprirsi all’improvviso e riempirsi di meravigliosi arcobaleni. E come dimenticare il fascino dei villaggi scozzesi infiammati dal sole del primo mattino e il tramonto sul mare a un’ora tardissima?
La pace che regna su queste isole è leggendaria: il delicato equilibrio fra paesaggi di terra e d’acqua induce proprio alla calma e al silenzio. E non sorprende che proprio da queste parti, lo scalo estremo prima di arrivare a Ultima Thule, la leggendaria Finis Terrae dei romani, abbiano messo radici i primi santi cristiani del nord Europa. Come vedremo meglio sotto, le Ebridi furono l’avamposto del cristianesimo per l’Europa del Nord. E nei secoli sequenti eremiti, visionari, scrittori e poeti in cerca di pace e isolamento hanno amato moltissimo questa parte di Scozia. Ancora oggi, dopo una settimana trascorsa sulle Ebridi, si ha la sensazione che il resto del mondo sia svanito.
Le principali isole Ebridi interne
In ogni isola c’è qualcosa di magico, ognuna ha le sue peculiarità, i suoi segreti e i suoi tesori. Di Skye abbiamo già parlato, ma oggi facciamo una panoramica delle altre Ebridi interne.
Iona (nella foto in alto) è la più sacra e la più frequentata delle Ebridi. Larga solo cinque chilometri, accoglie ben mezzo milione di turisti l’anno. Questa piccola isola è visitata principalmente dai pellegrini che si recano nella sua famosa abbazia, edificata nel 1203 in memoria di San Colombano, colui che introdusse il cristianesimo nel nord Europa.
Distrutta durante la Riforma di Enrico VIII e ricostruita nel XIX secolo, nei secoli non ha mai perso la sua valenza di luogo sacro. L’isola di Iona conquista chiunque, cristiano o no. La luce straordinaria, l’abbazia isolata, il suo chiostro, il silenzio: qui tutto invita alla contemplazione. Probabilmente San Colombano riconoscerebbe quest’isola come se fosse passato di qui soltanto ieri. Nel villaggio vicino al porto troverete piccole pensioni, spartane ma incantevoli, che vi serviranno prodotti biologici coltivati nell’orto, piatti a base di crostacei e una birra Guinness da primato.
Mull (che nulla ha a che fare con la Mull of Kintyre cantata da Paul Mc Cartney) è un’isola piuttosto grande, ma poco abitata: trenta kilometri di lunghezza con appena 300 abitanti. Sembra un’enorme ziggurat con i gradini di torba.
Tobermory (nella foto) è il capoluogo dell’isola, fondato nel 1788 da una società inglese che aiutava ex agricoltori senza terra a trasformarsi in pescatori. Splendida la baia e il porto; anche il paesino è delizioso con le sue belle casette dipinte in colori pastello. Nell’aria si sente un forte odore di lievito, che viene dalle distillerie: infatti, per acquistare il miglior souvenir di Mull, il whisky, bisogna andare alla Tobermory Distillery. Una curiosità: si dice che nel porto di Tobermory giaccia il relitto di un galeone spagnolo del XVI secolo, con a bordo ancora un tesoro in ducati d’oro mai recuperati.
Rum è un’isola piccola e poco popolata. Era di proprietà di un magnate inglese dell’industria tessile che nel 1901 fece costruire qui il castello di Kinloch (nella foto) ai suoi tempi un passatempo per nababbi: pensate che c’erano canili di lusso, piscina riscaldata per tartarughe, sala da biliardo con aria condizionata per eliminare il fumo!. Oggi è un mausoleo della stravaganza. Nonostante l’aspetto è un po’ trasandato, il Kinloch Castle permette di farsi un’idea della sontuosa vita di campagna dell’epoca edoardiana e delle atmosfere dei romanzi di Agatha Christie. L’isola di Rum è anche nota come oasi faunistica, una mecca per i birdwatcher, attratti soprattutto da alcune delle ultime aquile dorate della Gran Bretagna.
Sull’isola di Islay si trovano le migliori distillerie di whisky: ben sette che producono il single malt più torboso della zona.
Jura è passata alla storia perché sulla costa solitaria dell’isola George Orwell compose il suo capolavoro, il romanzo 1984.
Muck è un’isola piccola e poco popolata, così come Eigg: qui nulla vi distrarrà dalle opere del creato! Sono fazzoletti di terra dalla storia oscura, con assassini e faide tra clan, ma oggi gli isolani sono gentili e ospitali.
Qualche consiglio finale per trovare la strada: la flotta di traghetti più nota della zona è la Caledonian MacBryne che salpa da Oban e da Mallaig per le varie isole. Nel periodo estivo è meglio prenotare con anticipo. L’auto è necessaria solo sulle isole più grandi.
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